Non bastano le grida di Sting per gli Indios dell’Amazzonia…

AMAZZONIA: MEGA-DIGA OSTEGGIATA DA STING SI FARA’/ ANSA

VERSO VIA LIBERA A TERZO MAGGIORE SBARRAMENTO AL MONDO (di Oliviero Pluviano) (ANSA) – SAN PAOLO, 3 FEB – Greenpeace, il cantante inglese Sting e il suo amico Raoni, guru degli indios Kayapo’, sono fra i piu’ strenui oppositori della costruzione della diga brasiliana di Belo Monte, sul fiume amazzonico Xingu’, che diventera’ il terzo sbarramento piu’ grande del mondo. Ma in questi giorni il governo del presidente Luiz Inacio Lula da Silva ha ottenuto un’autorizzazione ambientale per la ciclopica opera: quella valutazione di impatto ambientale era l’ultimo ostacolo che restava alla sua realizzazione. Sting, durante un suo concerto l’anno scorso a San Paolo, aveva invitato sul palco Raoni, lo stregone e capo tribu’ dei Kayapo’ che aveva denunciato tra gli applausi Belo Monte come ‘la fine delle riserve indigene su oltre 100 chilometri di rive del nostro fiume Xingu”. Non e’ ancora chiaro cosa ne sara’ degli indios che popolano quella zona dello stato brasiliano del Para’ e delle 15 mila famiglie di ‘caboclos’ (misti fra neri e indios) che verranno fatte sfollare per la costruzione della diga. In aprile verra’ lanciata la gara d’appalto per i circa otto miliardi di euro dei lavori della diga e dell’annessa centrale idroelettrica, che con le sue 20 turbine produrra’ 11,2 mila megawatt. Come grandezza, Belo Monte verra’ dopo la diga di Itaipu’, sul Parana’, al confine fra Brasile e Paraguay, seguita da quella delle Tre Gole, in Cina. ‘E’ la risposta piu’ cretina che si conosca alla sfida di far crescere la matrice energetica del Brasile – sentenzia il direttore di Greenpeace brasiliana, Marcelo Furtado – Produrremo energia in Amazzonia per poi portarla per migliaia di chilometri a sud, con sprechi e inefficienze enormi’. Per il progetto verranno allagati 500 Km quadrati di terre. Ad Altamira, la localita’ principale a 40 chilometri da dove sorgera’ la diga, non si sa come assorbire l’impatto delle centomila persone che verranno da tutte le parti del Brasile per cercare lavoro alla costruzione della diga. ‘Sara’ il caos – afferma il vescovo cattolico del Rio Xingu’, padre Erwin Krautler – Questa dell’enorme quantita’ di gente che verra’ qui alla ricerca di lavoro e’ una delle questioni che non sono state analizzate in profondita’ dagli studi di fattibilita’ dell’opera, oltre al problema degli indigeni, della deforestazione, della fauna e dei pesci’. Il vescovo Krautler dice che si e’ incontrato ben due volte con Lula per parlare del progetto, ma senza risultato. ‘Lula aveva promesso un dialogo con la popolazione, ma questo dialogo non c’e’ stato: il progetto sottovaluta completamente le sue conseguenze che saranno irreversibili’. Il ministro brasiliano dell’ambiente, Carlos Minc, cerca di buttare acqua sul fuoco. E’ stata ottenuta la ‘licenza ambientale piu’ esigente della storia – ha detto – L’impresa che vincera’ la gara d’appalto dovra’ pagare 600 milioni di euro per soddisfare 40 esigenze socio-economiche ed ambientali irrinunciabili, come la costruzione di scuole ed ospedali e la preservazione delle terre indigene. Saranno pre-requisiti per ottenere la licenza di installazione nell’area: senza questa i lavori della diga non possono cominciare’. Le due maggiori imprese costruttrici brasiliane, la Camargo Correa e la Odebrecht, si sono gia’ riunite in consorzio in vista della gara d’appalto. Il gruppo franco-belga Suez, che sta costruendo sempre in Amazzonia la diga di Jirau, sara’ uno dei concorrenti. I primi studi per la costruzione della diga di Belo Monte, maggior opera del Pac (Programma di Accelerazione della Crescita) del governo brasiliano, risalgono agli anni ’70, ma prima comprendevano quattro sbarramenti su fiume Xingu’ con una previsione di allagamento di 4.500 Km quadrati: ora il progetto si e’ ridotto ad una sola diga. (ANSA). 03-FEB-10 16:06

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