La Sardegna che verrà. Ovvero, non so? voi, ma io non ci capisco nulla!

Un tempo la destra stava a destra e la sinistra a sinistra.

Nel senso che il colore rosso aveva un significato, parimenti il nero.

E poi c’era il bianco…fortissimamente legato ai valori e voleri della Chiesa cattolica.

Oggi non è più così… c’è tutto un mix.

E’ come se i partiti si fossero troppo esposti ad un "forte radiazione" capace di generare "mutanti" con le medesime manifestazioni e patologia, chiamata: "sindrome da potere".

Tutti sembrano convergere verso il grande centro. La voragine, l’arcano  blog di "non materia" che fagocita tutto e tutti, sull’altare del quale si sacrifica con sempre minor sgomento, affetti, sentimenti, diritti.

Anche "il nuovo" Partito Democratico sembra riferisi a questa filosofia esistenziale, ovvero: "Cambiare tutto per non mutare nulla!"

Ma cosa oggi è il centro?

Voi direte, equidistanza fra opposti riferimenti.

Sì, ma dove sono gli opposti. E se esistono, quanti centri ci sono?

Io, in sostanza non li vedo.

Personalmente noto tanta omologazione che solo formalmente è in linea con il i principi e metodi democratici.

Sostanzialmente il centro è come se fosse una grande, sfaccettata, trasversale polivalente multinazionale.

Infatti, se per assurdo prendessimo i contenuti degli opposti schieramenti politici potremmo dire che la diversità è sempre più spesso formale e non sostanziale.

E poi una cosa è la teoria una cosa è la l’attuazione di una certa pratica politica. Nel senso che, indipendentemente dall’area politica di provenienza, chi amministra tende a contemperare, a mediare, ad aggiustare le cose in modo tale che…il grande centro avanzi.

In altre parole far finta di accontentare tutti per accontentare solo qualcuno e, sempre più spesso uno solo, cioè chi governa.

L’assetto presidenzialista, che masochisticamente parlando ci siamo dati, è assai consono a questo scopo.

Quindi il centro di oggi, appare sempre più una specie di caleidoscopio che in ogni caso tende ad esprimere valori e principi lapidari del tipo "salvaguardiamo la famiglia come società naturale basata sul matrimonio" e poco rileva se qualche amministratore cattolicissimo poi va a letto con una prostituta, preordinatamente fatta drogare allo scopo, oppure affermare con enfasi retorica che  "i politici non dovrebbero rubare, infatti non tutti rubano…e poi se lo fanno, lo fanno in modo diverso…"per poi tenere fra gli applausi una lezione sullo Stato di diritto.

Insomma, nel Paese di Bengodi chiamato Italia, dove l’interesse pubblico ci va bene fino a quando non tocca la nostra proprietà privata; dove le grandi stragi di Stato riamangono impunite; dove, specie in Sardegna, si da l’incarico di valutare gli indici e il grado d’inquinamento alle stesse società che inquinano, vedi Sarroch, Portoscuso o Portotorres, credo che sorga spontaneo il desiderio di aderire ad una grande manifestazione di popolo, assai partecipata: "Il vaffanculo Day!".

 

Anche se il nome dato all’iniziativa  vi potrà sembrare un po’ forte e scurrile, ritengo che non ci possa essere altra espressione migliore per esprimere il nostro stato d’animo. Sconforto, malcontento, delusione, rabbia, risentimento, sfiducia, diffidenza e altro ancora sono solo alcuni sentimenti di un sempre crescente numero di italiani sia di destra, che di centro, che di sinistra.

Ci sarà pure un motivo?

In altre parole non ci sono altri termini per rappresentare il livello del nostro stato di sopportazione.

Bene fa’ Beppe Grillo a cavalcare questo malcontento e i consensi ricevuti gli danno proprio ragione!

Per noi, la Sardegna del futuro sarà come una medaglia a due facce dove da un lato si tenderà al benessere, alla solidarietà, alla cooperazione e alla salvaguardia dell’ambiente e dall’altra si avrà modo di vedere ristagno economico, egoismo, neo colonialismo, depauperamento e ulteriore danneggiamento degli ecosistemi naturali ed umani, immolati sull’altare di una sempre più strumentale e demagogica "occupazione" sindacale.

Per questo evviva il "vaffanculo day".

Voi ci sarete l’otto settembre?

Visto che molti di noi non potranno essere a Roma per partecipare al raduno nazionale, perchè non ci organizziamo per trascorrere insieme alcune ore a Cagliari (non se l’abbiano a male gli amici del Capo di sopra, ma Cagliari è ancora la capitale della Sardegna, nonostante tutto!) in Via Roma presso il Consiglio regionale e il Comune di Cagliari, in Viale Trento dove ha sede la Giunta Regionale e infine concludere la "passeggiata" di cordiale protesta in Viale Ciusa dove ha sede la Provincia di Cagliari?

Valuteremo anche se passare di fronte le sedi dei Sindacati che, specialmente, in questi anni, qualche problemino ce l’hanno creato.

E sì…sono proprio queste le sedi dalle quali scaturisce spesso un’attività per noi dannosa che ha generato la nostra legittima protesta.

Sedi dove sulla base del confronto si legittimano prevaricazioni e soprusi; luoghi dove sulla formale equità ed uguaglianza si determinano ingiustizie; dove con la scusa di creare occupazione e benessere di consolida dipendenza e precarietà.

Dunque, fatevi sentire…non fatevi fagocitare dal "grande centro"!

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