Sardegna: a proposito di indipendenza e/o separatismo…

Personalmente non credo che il problema oggi sia la dicotomia Sardegna o Italia. Per me non è proponibile in tempi brevi questa svolta e ciò per tutta una serie di difficoltà non solo di natura economice e stipendiale, ma anche e soprattutto di natura culturale. Oggi ci sono tanti movimenti indipendentisti e separatisti, troppi per rendere praticabile e condivisibile una univocità di intenti. Molti di questi sono autorevoli e credibili altri invece fanno perdere la credibilità conquistata…E poi ritornando all’esempio di Aurora in fatto di auto, dove si diceva che i partiti italiani sono come i rivenditori di auto che pur di venderti il mezzo  esaltano gli accessori forniti a danno del motore…quanti sardi rinuncerebbero ad averla, con o senza accessori, per il bene del proprio popolo? Io credo che nel breve e medio periodo il nostro impegno vada rivolto sui temi della riscrittura del nostro statuto e la rinegoziazione del “patto con lo Stato italiano” per uscire dalla monoliticità apparente dello Stato Unitario per andare verso il pieno ed esclusivo riconoscimento, non tanto e non solo della autonomia, ma della reale speciificità della Sardegna, dove per specificità intendo insularità, lingua, cultura, tradizioni, ambiente…Caratteristiche che rendono davvero particolare la nostra isola e il suo popolo. Quindi, per adesso, preferisco impegnarmi su obiettivi più vicini alla nostra portata. Ovvero rendere strategico e funzionale il rapporto fra Sardegna e Italia, Mediterraneo e resto del mondo, nell’ottica di un percorso di piena autoderminazione del nostro popolo.

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