Il "Tattarigocentrismo". Ovvero, perché Cagliari dipende da Sassari per la salvaguardia del patrimonio storico e archeologico?
Come molti non sanno o fanno finta di non vedere, si accentua sempre più la dipendenza di Cagliari nei confronti di Sassari.
Questo ennesimo e prevaricante fenomeno, che scherzosamente chiamo di neo "Tattari-gocentrico" -non me ne vogliano gli amici del capo di sopra- è in forte espansione e si manifesta nei più in svariati settori. Dalla comunicazione alla finanza, dalla ricerca all’editoria, dalla politica alla salvaguardia del patrimonio storico archeologico regionale.
Giusto per fare un esempio, basta ascotare Rai tre, radio o Tv regionale non importa, per capire dove pende il piatto della bilancia; ovvero quanto spazio abbia il nord Sardegna, rispetto al cagliaritano o al quartese, l’iglesiente, al Medio Campidano, al nuorese, all’oristanese, all’ogliastra.
Ma ritornando alla salvaguardia del patrimonio culturale regionale, anche per questo il resto della Sardegna dipende dal Comando dei Carabieri del nucleo tutela del Patrimonio culturale di Sassari. Una dozzina di uomini che per quanto assai professionali e motivati e seppur comandati da un bravo Ufficiale, si ritrovano a "gestire" un territorio vasto ben 23.821 kmq.
Praticamente ogni carabiniere possiede un territorio di riferimento su cui operare di circa 2.000 kmq.. Pazzesco!
Forse sarebbe il caso di accrescerne il loro numero e di dare loro strumenti operativi adeguati, facilitandone i loro compiti.
Solo in questo modo si potrà arginare il diffuso fenomento dello "scavo clandestino" che alimenta mercato nero della compravendita di reperti archeologici e consente la realizzazione di facili e cospiqui redditi illeciti.
Peraltro, da sempre, esiste in Sardegna un fiorente mercato dei reperti. Molti di questi vengono anche venduti a Roma, Firenze, Torino e Milano o all’estero, soprattutto in Germania, Svizzera, Gran Bretagna e USA. Spesso i grossi compratori hanno persino dei "caporali", procacciatori locali, sparsi un po’un tutta la Sardegna che hanno il compito di segnalare gli acquisti più rilevati e convenienti per i loro mandanti.
Così, giorno dopo giorno, la nostra terra viene privata di tanti preziosi tasselli del nostro passato che se opportunamente studiati e resi fruibili alla comunità, potrebbero rivelare importanti scoperte sulla conoscenza dell’origine della nostra identità.
Ma non c’è solo questo.
Si pensi ad esempio agli atti vandalici e ai gratuiti danneggiamenti a cui tanti monumenti della Sardegna, noti e meno noti, sono sottoposti, nel migliore dei casi vengono imbrattati da vernice. Ma quanti edifici a valenza storica e archeologica vengono cancellati dalle ruspe, quante fontane, cimiteri rupestri o chiese vegono privati di elementi decorativi e di fregi.
Purtroppo la diffusione di questo triste fenomeno non induce ad essere ottimisti sul grado di cultura e sensibilità che esprime la nostra società.
Chi non conosce o non ha rispetto della cultura e della memoria non avrà futuro.
A questo proposito, però, occorre dire una cosa.
Ci sono tantissimi sardi, alcuni forse un po’ distratti dal contingente, ma comunque legati alla propria terra, che desiderano fortemente un futuro diverso.
Bisogna però sostenere l’azione delle Istituzioni collaborando con esse per il perseguimento delle loro finalità e che poi, sono le nostre, cercando di colmare i limiti e le lacune presenti nel sistema con la conoscenza, l’impegno, la partecipazione e la presenza sul terriorio anche attraverso la costituzione di associazioni o comitati che ben potranno implementare gli organi preposti. Dobbiamo abituarci a non scaricare su "altri soggetti", compiti e responsabilità che ci riguardano in prima persona, non foss’altro per il fatto di essere sardi.
Se avete qualche cosa da segnalare o da proporre contattate il Nucleo Tutela del Patrimonio Culturale dei Carabinieri Sede di Sassari 079/3961005, e mail http://tpcssnu@carabinieri.it/
e se volete anche la nostra Associazione 070/651884 e mail: