A proposito dell’ennesimo parco eolico a Siurgus Donigala

di Roberta Manca

Da alcuni anni la Sardegna è stata scelta come territorio nel quale realizzare dei parchi eolici. La nostra regione è stata invasa da società e imprenditori quasi sempre non sardi che stanno cercando di colonizzare la nostra regione con una nuova serie di vincoli: Le”Servitù energetiche” per la realizzazione di parchi eolici su terra e sul mare o laghi chiamati parchi eolici offshore.

Questo non significa che non si debbano realizzare impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili evitanto l’uso di petrolio e carbone, ma si vorrebbe che la Regione legiferasse meglio in merito alla scelta e criteri dei luoghi su cui realizzare questi impianti.

Le pale eoliche compaiono un po’ dovunque e sembra che la normativa di regolamentazione non sia sufficiente a evitare danni al paesaggio e alla salvaguardia dell’ambiente naturale e culturale.

 

Recentemente la Associazione di Volontariato Amici di Sardegna, insieme a altre organizzazioni del III settore e imprese private, ha presentato delle osservazioni al Ministero dell’Ambiente per un progetto da realizzarsi in territorio di Siurgus Donigala dove si vorrebbero installare 14 aerogeneratori di potenza unitaria pari a 6,6 MW, per una potenza complessiva pari a 92,4 MW con relative opere di connessioni per il collegamento alla RTN attraverso la stazione elettrica  da realizzarsi nel Comune di Selegas.

Il progetto si riferisce a un area di 770 ettari che interesserebbe anche le zone agricole di Senorbi (Area di Sisini) e Suelli.

Le osservazioni presentate fanno riferimento alla circostanza che gli impianti proposti sono obsoleti e dannosi per l’ambiente e il paesaggio, anche in considerazione della grande altezza che hanno gli aerogeneratori. Si ritiene che il progetto non porterà alcun beneficio alle locali pololazioni ma solo una serie di oneri e servitù con un grave danno per l’agricoltura. le attività agro pastorali e silvo boschive.

Il progetto non tiene in debito conto i vincoli normativi esistenti per il rischi idrogeologici e per la vocazione sughericola dell’area, nonché per la elevata presenza di siti archeologici. Inoltre il territorio è attraversato dal Cammino di Santu Jacu, cammino regionale  dichiarato dalla RAS in data 11/12/2012. Tutta l’area è ricca di biodiversità la cui sopravvivenza sarebbe messa in serio pericolo dalla presenza di questo ennesimo parco eolico. Inotre dal punto di vista socioeconomico il progetto altera gli equilibri ponendo in serio pericolo il lavoro delle aziende agricole e di allevamento che insistono nella zona.

Insomma ci sembra paradossale che per salvaguardare l’ambiente si sacrifichi proprio l’ambiente, disboscando ciò che resta di una foresta di Lecci, Roverelle, Castagno selvatico e di altri preziosi endemismi.

Speriamo che il Ministero dell’Ambiente consideri queste osservazioni e rispetti questo territorio anche alla luce di quanto indicato nell’Agenda 2030 alla quale tutti noi dobbiamo fare riferiemento. Ministeri compresi.

 

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