Raccolgo alcune riflessioni per arricchire il dibattito non solo su Molentargius o sull’erigendo parco di Tuvixeddu (infelicemente chiamato da altri parco Karalis) ma più in generale sul concetto di parco, così come ho già avuto più volte occasione affermare in questi anni.
Preliminarmente sono preoccupato dalla visone che il concetto di parco suscita in buona parte dell?opinione pubblica e, purtroppo, anche in molti addetti ai lavori.
Nell?immaginario collettivo emergono subito vincoli, reali e presunti, limitazioni, pagamento di bigletti per la fruizione ecc. Tutti questi luoghi comuni non sono certo frutto della fantasia ma sotto certi aspetti un dato di fatto che anche noi, con i nostri silenzi e atteggiamenti, in un certo modo consolidiamo.
Quante volte capita di pagare un biglietto di ingresso in un parco o ad una area protetta e non avere nessun tipo do servizio. Viceversa quante volte entriamo in zone che ben meriterebbero di essere sostenute con il pagamento di un biglietto d?ingresso, sia per la loro rara bellezza interinseca che per la necessità di provvedere alla pulizia, manutenzione dei luoghi e nulla viene corrisposto!
Come dicevo prima, talvolta, anche gli addetti ai lavori possiedono una idea distorta di parco, sovente un po? troppo ?utilitaristica?. Frequentemente essi pensano troppo ai lavori, alle consulenze, ai finanziamenti comunitari e ministeriali e ai loro progetti senza andare a valutare le ricadute che, in termini di ?benefici?, accrescimento delle sensibilità e delle conoscenze, salvaguardia di habitat, le loro azioni hanno sui luoghi, sui residenti e visitatori.
Insomma, guardano molto alla prebeda o parcella e poco agli effetti reali, diretti, mediati o indiretti che determinano con il loro modo di gestire e di operare.
Anche a Molentargius ben potrebbero conciliarsi sia la presenza dell?uomo con le sue attività (penso alla normale prosecuzione dell?estrazione del sale, come all?agricoltura e all?allevamento e anche alla possibilità che i residenti continuino a “vivere” in loco, nel rispetto di comportamenti condivisi e concordati) che la necessità di realizzare una area di salvaguardia ambientale.
La presenza dell?uomo è pienamente sostenibile con il parco. Basta intendersi sul signifiacato da dare alle parole. Del resto nel mondo ci sono centinaia di parchi dove l?uomo e le sue attività produttive coesistono serenemente. Non dobbiamo pensare che un parco debba esistere necessariamente senza la presenza dell?uomo. Non possiamo ne dobbiamo mettere una cappa di vetro sopra una porzione di territorio. In altri termini non credo che si desideri un parco chiuso!
In questo modo realizziamo semmai uno statico museo. Niente di più. Peraltro non credo che questa sia il destino del parco di Molentargius. Anche se, devo dire con tutta onestà, che fino a quanto i parchi saranno gestiti prevalentemente dalla politica, poca strada potrà farsi.
Del resto?.non possono esistere i parchi della maggioranza e i parchi dell?opposizione!
Roberto Copparoni
Presidente dell?Associazione Amici di Sardegna
Nella foto una immagine dello stato di conservazione di una nostra Laguna: Santa Gilla lato settentrionale (San Paolo) cumuli di eternit e vecchi sanitari lungo le rive. Foto scattata il 2 marzo 2007 nel corso di una “visita didattica” area di approfondimento “Conoscere per essere” classe II A Servizi Turistici
Istituto Professionale di Stato Sandro Pertini Cagliari