Anche a Cagliari arrivano gli Infosauri…


L?era degli Infosauri

La Sardegna ha enormi potenzialità di sviluppo, tutti ce lo riconoscono, anche noi!
Ma nonostante questo è la Regione d?Italia che presenta fra i più bassi coefficienti di crescita sia economica che sociale.
Mi sono chiesto il perché di tutto questo e la ragioni credo siano molte e, fra tutte, penso che buona parte di queste vada ricercata nel nostro modo di essere e concepire il potere, la ricchezza e di come venge vissuta e percepita la società, da noi spesso intesa come mera sommatoria di soggetti.
Storicamente la Sardegna presenta una serie di retaggi e di limiti di natura sociale e comportamentale. Penso al nostro individualismo che non ci permettere di sviluppare la cooperazione e la crescita condivisa e diffusa; penso al vittimismo che cela e nasconde le nostre precise responsabilità; penso al nostro masochismo e servilismo che ci fa essere succubi del potere e non ci fa sollevare la testa e guardare lontano; penso ai luoghi comuni che spesso diventano tradizione; penso all?invidia e alla gelosia che ci impedisce di confrontarsi e di competere in un civile processo di crescita democratica.
Penso che, nonostante tutto, la causa del nostro male siamo solo noi e come dice quel detto: ?chi è causa del suo mal?pianga se stesso!? dobbiamo prendere atto, almeno una volta, dei nostri limiti ed affrontarli per stabilire come superarli, una volte per tutte!
Ma attenzione, non dobbiamo pensare che ci possa essere qualcuno che, ?dal Palazzo? possa offrirci delle credibili soluzioni, come panacea di ogni nostro male.
Dobbiamo convincerci che un reale cambiamento potrà partire solo se da noi effettivamente voluto e solo se, realmente percepito.
In altre parole dobbiamo smetter di pensare che il cambiamento possa giungerci dall?alto, magari per decreto; dobbiamo essere tutti noi a volerlo e viverlo, con atti conseguenti, in modo quotidiano, diffuso e partecipato.
Certo le scelte politico elettorali assumono spesso un ruolo determinante, ma non dobbiamo aspettare la data delle prossime elezioni per pensare all?inizio di un possibile cambiamento. In questo modo non facciamo altro che procrastinare l?assunzione di una decisione che avremmo dovuto prendere fin da ieri, per deresponsabilizzarci e precostituirci alibi di comodo.
Ma il contingente ci assale con la drammaticità del quotidiano. Quotidiano spesso vissuto con l?angoscia di non avere un futuro, di non avere un qualsivoglia possibile miglioramento di qualità di vita e di aspettative, con una moneta, leggi euro, talmente forte da non potersela permettere.
Tutto questo vanifica la progettualità e i programmi ed ecco avanzare una pletora di soggetti che pur di avere il piatto pieno, non guardano in faccia a nessuno. Pur di avere una qualche indennità, rinnegano affetti e valori. Insomma in piena era soriana, che per certi aspetti ricorda quella berlusconiana, ecco avanzare gli Infosauri acronimo di impiegati informatici supponenti e burocrati. Essi si riconoscono non solo dal modo di vestire ma anche dal comportamento, sempre apatico e assente, poco inclini al sorriso e, se maschi, con barba fatta poco prima, o se donne con il rossetto appena ripassato, distaccati ed impersonali, dal linguaggio asciutto ed asettico, quasi privi di sentimenti e di emozioni e contrari ad ogni forma di dialogo e confronto. I migliori di loro si distinguono per aver studiato fuori dalla Sardegna o nel caso limite sono particolarmente apprezzati per non averci mai vissuto. Spesso li osservo e fra me penso: ?Ma anche loro avranno i nostri bisogni fisiologici o sono fatti di silicone e di cips??
Sono loro i nuovi padroni del sistema che gestisce questo scampolo di potere di fine stagione e di fine era da II Repubblica.
Noi, comuni mortali, abbiamo anche poche possibilità di entrare in contatto con loro. Perché veniamo fermati dai loro segretari che filtrano, bloccano, mortificano le nostre legittime richieste e aspettative con defatiganti strategie di attesa con appuntamenti che vengono costantemente rinviati a causa di imprevisti e sopraggiunti impegni istituzionali
Insomma loro possiedono la ?vere rete? del potere.
Ma paradossalmente, mentre prima avevi almeno la possibilità di mandare a farsi benedire anche di persona i nostri interlocutore, politici o burosauri che fossero, ora non lo si può più fare, a meno che non si faccia uso di una e-mail che, però, molto difficilmente verrà letta dal diretto interessato.
Per questo ci sono i Segretari e i porta borse che, come detto, filtrano, smistano e assai spesso, cestinano!
Insomma, per avere successo dobbiamo tutti entrare nella rete.
Cosa ne pensate di tutto questo?

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