La foto è stata scattata pochi mesi fa’ nell’area SIC della Unione Europea
Cagliari – Laguna di Santa Gilla
Meno male che c’è Celentano che parla di ambiente
Fra qualche giorno il circo mediatico punterà i riflettori su Adriano Celentano che con le consuete sceniche anticipazioni ad effetto riuscirà a fare il pieno di ascolti anche per questa volta.
Fra una battuta troppo seria per essere demenziale ed una troppo demenziale per essere credibile, ecco che le verità di tutti i giorni saranno rilette dal "supermolleggiato" per sembrarci, quasi per incanto, importanti e persino drammatiche.
Per molti sarà forse anche la prima volta che conosceranno il degrado della nostra società
E così si scoprirà che l’ambiente è inquinato, che gli alimenti sono sempre più transgenici, che le guerre uccidono le speranze di democrazia, che la giustizia non è equa, che i ricchi sono sempre più ricchi, che il nord è diverso dal sud e che basterebbe consumare un po’ di meno per vivere meglio tututti.
Tutto vero.
Ma per crederci abbiamo bisogni di sentircelo dire da Adriano Celentano?
Certo "repetita iuvant", ovvero giova ripetere, ma senza far diventare cose drammatiche e serie, in egocentriche manifestazioni da baraccone da avanspettacolo mediatico serale che, più che appagare i nostri sensi, dovrebbero farci crescere e coinvolgere sul campo.
Oppure, basterebbe vivere con un po’ più di coerenza e di sensibilità verso l’ambiente umano e l’ambiente naturale?
Se una parte dei soldi spesi per realizzare questi mega spettacoli venisse utilizzata per bonificare i nostri territori "dagli inferi alle stelle" come dicevano i latini, si otterrebbe senza ombra di dubbio un risultato migliore.
Certo non vogliamo che questa iniziativa fosse, ancora una volta, fatta propria dalle solite associazioni ambientaliste di regime, che da anni gestiscono il problema in ottica prevelentemente autoreferianziale, ma vorremmo che essa fosse svolta dalle popolazioni che volontariamente potrebbero dedicare alcune ore settimanali per attuare questo semplice progetto.
Pensate se i condomini, le classi, le parrocchie, i circoli, le associazioni, gli enti territoriali, le organizzazioni professionali e di categoria, i sindacati si attivassero, tutti in tal senso e verso un’unica direzione, senza bandiere, tessere e striscioni di appartenenza.
Certo ci sarà un po’ meno spettacolo e folclore ma, sicuramente impareremo a vivere meglio tutti.
Più che di spettacoli di grande impatto mediatico, vorremmo restare "meravigliatii" dalla riscoperta di semplici manifestazioni quotidiane, come il rispetto della vita, per la vita.