Cosa sarà…

Al peggio non c’è mai fine dicono vecchi saggi.

Oggi invece si tende ad essere forzatamente ottimisti, a far finta di essere positivi, a sorridere per diradare quella giusta preoccupazione che si legge non solo nelle rughe del viso degli adulti ma anche attraverso lo sguardo dei giovani.

Io che ho la fortuna di stare a contatto con loro, perchè faccio l’insegnate, ho rilevato questo nei miei alunni ed anche un diffuso senso di grigio fatalismo che accompagna il loro vivere alla giornata per concludere il giorno dicendo:

Meno male che me la sono cavata anche oggi!

Molti di loro sono come refrattari e indifferenti a tutti quei valori che dovrebbero alimentare la nostra esistenza e il vivere in comune. Alcuni quidicenni si comportano quasi da pensionati, con passioni ed interessi rarefatti.

Peraltro tutte le formazioni sociali sono in crisi dalla famiglia, alla scuola, dai luoghi di lavoro, al mondo associativo.

Una delle poche che dimostra di essere viva e vegeta è l’associazione a delinquere che spesso oggi prende il nome di partito e si radica nel parlamento italiano e nelle isituzioni del nostro Paese.

In particolare anche il mondo del volontariato è in crisi tant’è che al fine di determinare un ricambio generazionale e offrire standar di livello nei servizi offerti si stanno organizzando dei corsi di formazione per cercare di (ri)trovare e/o elevare le motivazioni e il senso di appartenenza al mondo del volontariato.

Nella scuola, invece si cerca di barcamenarsi fra tagli e mortalità, scioperi e originali decreti nella consapevolezza che i modelli educativi proposti da questo importante settore vengono disattesi e vanificati dai quotidiani comportamenti delle Istituzioni che tutto fanno fuorchè attenuare in modo sostanziale le contrapposizioni e gli scontri e sviluppare delle eque politiche.

Da qui una grave frattura.  

Da un lato i partiti e i propri rappresentanti e dall’altra coloro che vorrebbero che gli eletti rappresentassero per davvero gli interessi degli elettori.

Peraltro i nostri perversi sistemi elettorali, "Porcellum docet", consentono di garantire una stabilità di governo, indipendentemente dal suo operato e dalla concrete misure attuate e le relative ricadute positive sulla collettività. Infatti, una cosa è dire che il PIL cresce, altra è andare a vedere quale è l’effettiva percezione ed incidenza di questo incremento sulla qualità della vita della popolazione.

Forse si dovrebbero costruire altri modelli e altri comportamenti.

Molti di noi sono stanchi di assistere a questo, sempre più veloce, arretramento di consapevolezza e di buon senso espresso dalla società contemporanea.

Tante delle nostre manifestazioni sono caratterizzate da superficialità, pressapochismo, trasformismo e da tanto materialismo consumistico.

Oggi gli acquisti non si realizzano più per necessità, per essere utilizzati e consumati, ma per il solo scopo di avere e di possedere. Parimenti, specie nell’immaginario politico istituzionale,  il soggetto cittadino viene sempre più inserito in un contesto commerciale come consumatore e nella miglior delle ipotesi viene preso in considerazione come un utente aziendale.

Un tempo eravamo cittadini, magari poco consapevoli, ma oggi stiamo diventando proprio dei semplici fruitori, ultimo anello di una catena sempre più fagocitante e marginalizzante. 

Molti media avvallano questa strategia anche in modo subliminale, allo scopo di erodere sempre più i margini di autodeterminazione e di cosciente consapevolezza del cittadino creando un esponenziale numero di effimere dipendenze dalle quali è sempre più difficile uscire e che, scientemente, erodono la possibilità di fare delle scelte differenti. 

Pensate che di fronte ad un 30% della popolazione che vuole dimagrire esiste un 70% che vuole nutrirsi per sopravvivere.

Che società di merda!

Scusate, ma fatemelo dire.

 

 

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