Il pianto del coccodrillo

Il pianto del coccodrillo

Anche se molti di voi saranno stanchi di sentire parlare di politica, vista l’abbuffata di questi mesi, credo sia in ogni modo importante fare una serie di riflessioni al riguardo.

Il voto del 13 e 14 aprile ha cancellato un pezzo di democrazia.

Pur chiamandolo come si vuole, questa circostanza ci ha reso orfani di qualche cosa.

Il piatto della bilancia politica nazionale non conosce più equilibri.

Questo mi sembra un fatto assai grave per tutti, anche per coloro che oggi gioiscono per la loro vittoria.

Con questo non voglio dire che il Partito Democratico non possa anche rappresentare una parte della sinistra. Dico solo che la convergenza dei programmi dei due principali partiti (che poi sono delle coalizioni) mi preoccupa. Com’è possibile che il nostro Paese che per certi aspetti e in fatto di politica è più vicino a modelli sud americani, da un anno all’altro si renda artefice di una delle più illuminate e non violente rivoluzioni, ovvero l’adozione dei più avanzati, moderni e civili modelli di tecnica e strategia politica?

Come si può pensare che in fatto di civismo, democrazia partecipata, il nostri partiti sono migliori di quelli scandinavi?

Sarebbe bello se così fosse, se il dirigente prendesse per mano il lavoratore e sorridendo guardandosi serenamente negli occhi, s’incamminassero fra rigogliosi boschi e campi di spighe dorate, verso il sentiero del benessere diffuso e della crescita sociale e magari vivere beanti nelle case del mulino bianco…

In realtà, anche ammesso che questo possa accadere, penso che ci vorranno almeno un po’ di generazioni prima che ci si possa realmente avvicinare a questi modelli.

Questa considerazione è avvalorata anche da un fatto.

Celando le copertine e i simboli riportati sui depliant dei rispettivi programmi molti si confondono sull’originaria provenienza.

Questo cosa può significare?

Omologazione; 

Voglia di moderazione;

Inciucio ovvero un accordo sottobanco, un compromesso riservato tra fazioni formalmente avversarie, ma che in realtà attuano, anche con mezzi ed intenti poco leciti, una logica di spartizione del potere;

Mancanza d’identità;

Manifestazione di maturità.

Dire che Veltroni pur di non perdere si sia avvicinato al centro, anche con i voti della sinistra, non mi sembra cosa sbagliato e in virtù del voto utile ha fagocitato buona parte dell’elettorato dell’arcobaleno, sull’altare dell’antiberlusconismo.

Insomma dopo aver alleggerito la compagine politica da "insostenibili pesi", ne ha ottenuto i voti, privandoli d’incisività e di potere contrattuale interno.

Adesso la sinistra, per intenderci quella che ha fatto "una scelta di parte", si ritrova con circa ¼ del suo elettorato, fors’anche da dividere per 4 e con una serie di problemi al suo interno.

Peraltro il partito dei comunisti italiani ha già deciso: si ritorna alla falce e martello. Le altre componenti dell’arcobaleno stanno valutando il da farsi.

Nel frattempo, Veltroni si congratula con Berlusconi e quest’ultimo rimane favorevolmente colpito dal governo ombra di Veltroni.

Sembriamo davanti ad una recita di "galateo" che un tempo era fatta alle elementari.

Questo, che cosa è se non il tanto paventato inciucio?

Il partito democratico in ragione del voto utile, prima ha scaricato il fardello della coscienza espressa dai partiti della sinistra arcobaleno e poi ne ha fagocitato i consensi senza riconoscerne alcuna paterintà, quasi a volerne "depurarne la provenienza".

Ma questi voti che incisività avranno dentro il partito democratico?

Nel frattempo i controllati si sono, di comune accordo, liberati dai controllori.

Il misterioso incontro o visita di cortesia che Veltroni avrebbe fatto a Berlusconi ne sarebbe la prova.

Del resto la disponibilità del cavaliere ad attribuire eventualmente alcuni ministeri a dei tecnici della sinistra (bisogna vedere anche di quale sinistra!) e il nuovo discorso sul federalismo solidale (non più solo fiscale tanto caro a Bossi) sarebbero un’ennesima prova di questo mal celato accordo. Chissà se Bossi potrà tollerare quest’ulteriore affronto del suo leader maximo. Staremo a vedere. Dall’altra parte sta per riesplodere la questione Di Pietro. Infatti, in virtù del successo ottenuto IDV sta rimettendo in discussione l’unicità del gruppo parlamentare d’opposizione. Si vocifera che il prezzo dell’unità del gruppo comporterebbe la sua nomina a capo del gruppo partito democratico.

Chissà come finirà. Per ora resta il fatto che una delle grandi riforme dell’attuale maggioranza potrebbe essere la possibilità di accorpare il ministero dell’ambiente con quello delle infrastrutture. Che bella cosa!

Del resto è proprio dall’ambiente che sono venute le principali problematiche della politica del fare (leggi costruire), tanto cara alla Casa delle Libertà. In questo modo non solo si potrebbe far vedere di voler risparmiare denaro pubblico (due ministeri costano certamente più di uno), ma, soprattutto, magari mettendoci un tecnico che decenni fa gravitava di nell’area di sinistra, penso a Chicco Testa, già presidenete di Legambiente e già presidente dell’Enel, che da qualche tempo è vicino alle posizioni liberiste da sempre favorevoli all’uso dell’energia atomica.

Del resto, nel merito,  l’attuale maggioranza di governo non ci pare affatto ostile al nucleare, anzi!  

Infatti, queste forze politiche, gia da anni, hanno previsto l’avvio di una ventina di centrali nucleari in tutta Italia, fra cui una anche nell’oristanese.

Strana coincidenza questa.

Sarà forse perché è l’unica provincia fedele al centrodestra.

Ma stando così le cose, resterà sola ancora per molto?

Le prossime elezioni incalzano…

 

Roberto Copparoni

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