Le ruspe continuano a cancellare la nostra identità. Anche in Castello

Spesso ci si lamenta del fatto che le nuove generazioni non possiedano solidi riferimenti culturali e, cosa ancor peggiore, non abbiano più identità.
Molti di voi a questo punto penseranno:
“Ecco…i soliti luoghi comuni!”.
Ma poi cosa cosa si fa in merito…
Spesso nulla, anzi peggio si manifestia indifferenza o supponenza.
Il problema oggi si ripropone per una altro monumento che, anche se fosse un rudere, semplice testimonianza della nostra identità, andrebbe salvaguardato.
Parlo del Palazzo Aymerich di Castello dove, da qualche tempo, sono stati riposti i riflettori del circo mediatico, alimentando appassionate discussioni a favore o contro un altro energico esempio di “restauro”…, diciamo creativo.
Come al solito ci si lamenta che nessuno abbia protestato per tempo e solo ora che il “privato di turno” chiamato anche da qualcuno “mecenate” ha iniziato i lavori, tutti gridino allo scandalo.
In realtà tanto “mecenate” non è, visto che grazie alla legislazione vigente egli può beneficiare di contributi a fondo perduto per il RESTAURO di edifici con caratteristiche storico monumentali.
Nel caso in esame, il “privato”, dovrebbe ottenete oltre un miliardo e mezzo di vecchie lire a condizione che vengano rispettati precisi vincoli e limiti.
Nel caso in esame siamo proprio sicuri che dette prescrizioni siano state adempiute?
La stessa volumetria originaria, fors’anche formalemnte e complessivamente rispettata, prevede per caso stanze di 4 metri e 50 di altezza, oppure contempla solo piccoli loculi nei quali far risiedere il maggior numero di persone e di attività pubbliche e private?
Si, è vero, il Costuttore si impegna a “donare” circa il 20% o 30% degli spazi per usi civici, parcheggi, aree pubbliche, magari con un po di verde e una fontanella che non fa mai male…
Intanto la magistratura indaga…
Ma ritornando al discorso di prima, in merito ai presunti silenzi della popolazione, ricordo che questo non è assolutanebe vero, perchè le voci contro questo modo di intendere lo sviluppo della città e la conservazione di siti monumentali ed archeologici e la loro fruizione, da anni vengono puntualmente sollevate.
Ma non c’è peggior sordo di chi non vule sentire.
Ma forse questi silenzi, di destra e di sinistra, su i tanti monumenti misconosciuti e aree a forte valenza ambientale sono voluti e strategici.
Penso a Santa Igia, alla fattoria sorta su un sito medioevale in via dei Valenzani lato Monte Claro, penso alla misteriosa Villa Pollini, penso a quello che avrebbe dovuto essere patrimonio della Umanità:Tuvixeddu, penso alla pregevole villa del Cima di vico San Lucifero e alla contigua casa padronale spagnola in completo abbandono, penso alle storiche cavità cagliaritane di Castello, di Via dei Punici e di Tuvumannu sventrate senza ritegno dai rispettivi proprietari e penso a tante altre cose.
A volte si avverte la sensazione che dia fastidio persino parlarne…
E poi… anche l’informazione locale ha, in proposito, delle precise responsabilità per non aver informato in modo oggettivo e tempestivo l’opinione pubblica e, in certi casi, persino filtrato e deviato l’informazioni possedute determinando il consolidarsi di vera ignoranza e di scarsa sensibilità.
E infine…ritenete voi estremamente facile “far passare” un comunicato stampa sui problemi in esame sui media locali allorquando, anche in modo mediato, si vanno a toccare gli interessi assai trasversali del proprietario della testata giornalistica?
Provateci per credere!

Mi dicono che il Ministro Rutelli abbia trasferito un locale dirigente del Ministero. Ci sarà qualche collegamento fra questo trasferimento e la sospensione dei lavori- a mio avviso di DEMOLIZIONe- dell’edificio di cui si parla?
Lo sapremo alla prossima demolizione, scusate volevo dire puntata!

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