Oggi sono contento!

 Da un amico riceviamo e volentieri pubblichiamo

 

Dopo anni di inconcludenti chiacchiere finalmente qualcosa di concreto sul fronte del mare.

Sono stato a Festarch!

 La Regione ha presentato con orgoglio un progetto che giustifica un’intera legislatura (Mannoni). Un architetto milanese (studio Boeri), padrone di casa, ci ha spiegato il quartiere nelle sue pulsioni più profonde e, per argomentare, ha letto tre brevi interviste a tre abitanti e ci ha detto che esiste una gran voglia di riscatto sociale.

Un Archistar dell’OMA ci ha esposto il Masterplan presentato alla Regione e al Comune.

Bellissimo! Suggestivo! Ben disegnato! Ben presentato!

Sono contento nel vedere che finalmente si costruirà il porticciolo per la flotta dei pescatori di Sant’Elia e che al ristorante dell’hotel a torre si potrà mangiare del pesce fresco, non d’allevamento e non d’importazione.

Sono felice perché mi devieranno il canale del Terramaini verso il mare aperto, di fianco al nuovo porto. Il vecchio lo coprono con lo stadio nuovo. Finalmente dopo anni non sentirò più parlare di quelle dabbenaggini riguardanti percorsi turistico fluviali che dall’aeroporto avrebbero portato i turisti sin dentro il Parco di Molentargius e da qui a Monserrato: romantica linea di metropolitana fluviale.

Sono entusiasta perché nello stadio nuovo, sul mare, sarà aperta una finestra da cui le tivù di tutto il mondo potranno riprendere la meraviglia del Betile, l’azzurro del mare e, finalmente, si capirà che Cagliari é una città turistica ma, soprattutto, sul mare.

Godo perché sarà interrotta la viabilità a quattro corsie del Ponte Vittorio, quelle maledette Harley Davidson  non mi interromperanno più il sonno. Per il Poetto si potrà passare solo da viale Diaz e dal viale omonimo. Sulla caserma dell’autoparco costruiranno un centro direzionale fatto di torri. Sul viale Poetto sarà realizzata una nuova grande rotonda in una posizione ancora da definire.

Ma, infine, mi Illumino quando, finalmente, vedo una risposta ai problemi della casa: un nuovo quartiere per quindici mila abitanti, no dieci, forse sei, anzi… duemila, il Comune dice non più di cinquecento,… Gli standard urbanistici sono ancora tutti da verificare.

Proprio di fronte a casa mia, anzi, dentro casa mia, perché lo spigolo di un palazzo arriva sino a Monte Mixi. Finalmente dalla mia finestra non vedrò più queste assurde tempeste di scirocco. Vedrò il nuovo stadio, il Betile e un nuovo grande quartiere.

Seriamente però penso che, se questo sacrificio serve per far risorgere le sorti del quartiere, dare lavoro e un futuro, agli abitanti, sia giusto che si faccia.

Oggi sono contento!

Stanotte ho sognato il nuovo fronte del mare. I "santeliesi" lavoravano nei Mc Donald del piano piastra del Favero, scendevano da casa e salivano sui loro pescherecci ormeggiati nella banchina del nuovo porto pesca. Alcuni salutavano dalle finestre del nuovo Hotel a torre dove facevano le pulizie, altri facevano servizio d’ordine e le guide dentro il museo Betile (che successivamente fu intitolato al leggendario Presidente Soru, artefice di tutto ciò), alcuni partecipavano come gladiatori alle naumachie dentro lo stadio, altri ancora lavoravano nei cantieri del nuovo quartiere: la Kasbah. Così fu denominato per la sua conformazione labirintica, avulsa da qualsiasi contesto paesaggistico. Non luogo e non progetto dall’interno del quale si perdevano i riferimenti con il contesto esterno e ci si dimenticava da che parte stava il mare, il Betile, lo stadio nuovo, ma anche… Sant’Elia.

Oggi sono contento!

 

Antonello Gregorini

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