Perché non c’è turismo a Cagliari?

Il Sindaco Zedda perde consensi anche perché ogni tanto la Giunta ignora il buon senso e talvolta anche le norme di legge. Giusto per non parlare del “sesso degli angeli” ricordo a tutti i lettori che il 21 dicembre 2012 la Giunta di Cagliari con deliberazione n 272 e probabilmente su proposta dell’Assessore al Turismo Barbara Argiolas ha deciso di esprimere parere negativo in merito alla richiesta avanzata dalla Pro Loco di Cagliari di iscriversi all’albo provinciale delle associazione turistiche pro loco. Tutto questo avveniva nonostante l’UNPLI (Unione delle Pro Loco d’Italia) Sardegna avesse dato parere favorevole alla sua iscrizione. In verità la Giunta comunale e lo stesso assessore al turismo non conoscono la normativa vigente perché afferma che, come da deliberazione: “Lo statuto della suddetta Associazione prevede compiti (quali?) in parte sovrapponibili alle funzioni in materia di gestione turistica del territorio già in capo al Comune di Cagliari” e che “ Alcune di queste funzioni sono state trasferite al Comune (quali, come e quando?) a seguito della soppressione delle A.A.S.T., finalizzata proprio a razionalizzare l’organizzazione turistica e ad eliminare le inefficienze in passato causate dal mancato coordinamento dei compiti e che il Comune è già strutturato, attraverso propri specifici uffici, (Quali sono e dove sono?) per svolgere sul territorio tali funzioni”. Queste fumose e pretestuose argomentazioni dimostrano che l’Assessore al Turismo è quanto meno incompetente sulla materia, visto che non conosce la differenza giuridica e gli ambiti operativi che esistono fra ente pubblico locale e organizzazione di diritto privato. Poi ci lamentiamo che il turismo non decolla a Cagliari, a causa di inefficienze e disservizi e che i cittadini non capiscono cosa significhi turismo. Ma di chi è la colpa se non si permette ad oltre 30 professionisti di varie discipline sociali, culturali civiche e turistiche di poter dare gratuitamente il proprio contributo, con consigli, proposte, progettualità ed eventi, alla città di Cagliari e con il solo rimborso delle spese? Sarò proprio curioso di vedere quanto costeranno alla collettività e di che tipo saranno i futuri servizi turistici promessi dal comune di Cagliari. Servizi che verosimilmente non saranno curati neppure dal Comune ma affidati (di certo non gratuitamente) a società e ditte esterne all’amministrazione comunale. Ma il Comune non diceva di possedere propri e specifici uffici? E poi…quando mai il Comune di Cagliari si è preoccupato di svolgere i compiti che normalmente svolge ogni Pro Loco? In verità qualche funzionario del Comune e della Provincia ci ha confidato che ad alcuni amministratori non piaceva affatto l’idea di una Pro Loco efficiente che avrebbe, forse, potuto sminuire il lavoro degli amministratori e che, per molti di loro, non era ammissibile che in un Capoluogo di provincia e di Regione potessero operare queste realtà. Ma questo non è vero…infatti posso citare il Comune di Sassari che ha una Pro Loco, il Comune di Torino che ha una Pro Loco e la stessa città di Roma dove è presente una Pro Loco, nonostante essa sia Capitale d’Italia. Nel frattempo in piena stagione pasquale i centri informativi sono quasi tutti chiusi e il centro di accoglienza di Piazza Matteotti inspiegabilmente chiuso da oltre due anni, per non parlare del Poetto, dell’Anfiteatro, di Tuvixeddu, della gestione di siti e affidamento dei locali del Comune e di tante altre cose. Se questi sono i presupposti che il Comune ha di promuovere il Turismo non c’è molto da stare allegri…

S. Achille Tocco

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