Nel mondo vi sono circa 200 Stati e la democrazia sembra essere il modello politico più presente, anche se vi sono Paesi come l’Italia dove questo regime sembra essere più formale che sostanziale.
Dico questo perché sono tanti troppi i casi di cattiva politica che tutti i giorni osserviamo.
Premetto che questa non vuole essere – almeno ci provo! – una lettura politicizzata del nostro Paese, ma solo una semplice osservazione di alcuni significativi episodi che danno il senso e la portata del mio pensiero.
Partendo dai principi costituzionali, mi pare che proprio coloro che dovrebbero essere di esempio per la collettività approfittino della loro posizione per cercare vantaggi, benefici di ogni genere e perfino impunità.
Se mai si inizia a moralizzare e alleggerire il costo della politica sulla collettività mai si finirà.
Mi dispiace che una persona pensante quale è il giornalista Aldo Forbice, con la sua trasmisisone "Zapping" continui, di fatto, a difendere la casta dei politici, criticando tutti i radioascoltatori che chiedono almeno una riduzione delle indennità e dei molteplici benefici degli "status parlamentari".
Senza andare troppo lontano già il Presidente Giovanni Leone diede tangibili segni in tal senso. Ma finì tranquillamente la sua carriera.
Per non parlare dei ministri Longo, Tanassi che con gli aerei militari americani della Looched fecero affari d’oro con buste, tangenti, pizzi e quant’altro.
Per la verità mi turba anche un’altra cosa…Se il diritto deve essere certo per tutti, ovvero "Dura lex, sed lex", perché il cittadino che viene accusato di aver commesso un’infrazione, un reato o un delitto viene quasi sempre condannato, mentre il politico, meglio se ex ministro o capo di governo, se commette gli stessi fatti viene assolto, magari in Cassazione, o non viene neppure processato per prescrizione o per altro motivo?
Se tutti siamo uguali alla legge, perché il Decreto Alfano consente di escludere tutti coloro che per il ruolo e per gli importanti incarichi ricoperti dovrebbero essere i più cristallini e trasparenti nel loro vivere ed operare?
Perché sentono il bisogno di sottrarsi alle più elementari regole del vivere democratico?
Certo il loro ruolo è importante, ma proprio per questo dovrebbero essere i primi nel comportarsi correttamente e nel pieno rispetto della legge.
Francamente mi sembra fazioso e contraddittorio affermare che queste importanti cariche dello Stato possano essere danneggiate da improvvidi atti e provvedimenti giudiziari.
Se non sbaglio, in Italia non esiste più il reato di "Lesa Maestà".
Ma allora si ha paura della giustizia?
Ma come è possibile aver timore di uno dei poteri che lo stesso Stato esprime e che, per di più, viene esercitata dalla Magistratura in nostro nome e per nostro conto?
In realtà il Decreto Alfano evidenzia solo un profondo senso di fragilità del Governo e una radicata sfiducia proprio nella e della Magistratura, accusata di essere politicizzata dai cattocomunisti.
Ma scusate, anche se fosse, il Governo non lo è ancora di più!
Quanto al Parlamento, visto l’attuale perverso sistema elettorale, che di democratico ha solo il ricordo, esso è stato imbrigliato dalle logiche della maggioranza e svuotato di contenuti dal frequente ricorso alla decretazione legislativa di urgenza. Un tempo utilizzato eccezionalmente, oggi quotidianamente.
Infatti, come sapete, il Governo "in casi di necessità e urgenza può approvare dei decreti legge che hanno forza di legge dello Stato e devono essere convertiti in legge dal Parlamento entro 60 giorni".
Oggi l’urgenza è di tutti i giorni…
Ma se viviamo a vista, perché ci dicono di sorridere e di stare tranquilli e che il peggio è passato?
Forse per non creare allarmismo e clamore sociale o, cosa ancor più plausibile, per non dare all’opposizione (a proposito, quale?) opportunità di crescita del consenso politico.
Scusate questo sfogo ma sono solo molto preoccupato per il nostro futuro.
PS Giusto per chiarire e con tutto il dovuto rispetto, non sono comunista, ma faccio parte di quel crescente partito trasversale dei cittadini che, pur avendo la maggioranza elettorale, non riesce ancora a capacitarsene e svolgere atti conseguenti e concludenti.