Cagliari: Il turismo che non c’è!

di Mario Salis pubblicato su: Globalist

Prima non vi era manifestazione pubblica: sportiva, culturale, canora che non prevedesse dal palco i pubblici ringraziamenti alla Pro Loco del luogo dove si svolgevano. Campanile Sera, Cantagiro, Festival di Sanremo ed il suo Carnevale dei Fiori, Castrocaro oltre ad edizioni di fiere e svariate rassegne locali, di promozione del territorio.

A cominciare dal novembre del 1959 Mike Bongiorno, Renato Tagliani, Enzo Tortora ed Enza Sampò tenevano incollati gli italiani ai pochi televisori, senza svuotare le piazze dove si svolgeva il nuovo gioco collettivo, con la partecipazione appassionata delle comunità locali. Un successo da ascrivere in parte anche alle Pro Loco, cuore pulsante di grandi come di piccole comunità, distribuite nell’intero Stivale. A titolo di curiosità, il format di quella trasmissione fu venduto in Francia diventando Intervilles, da cui trarrà origine il notissimo Giochi senza Frontiere. L’origine delle attuali Pro Loco si può trovare a Pieve Tesino nel 1881, dove ebbe i natali Alcide De Gasperi – allora territorio austro-ungarico, che affonda radici nelle badie a cui veniva demandata la gestione delle feste polari. Appunto un comitato denominato Società d’Abbellimento, con la finalità di favorire nella località il soggiorno dei forestieri. La chiara etimologia latina farebbe risalire all’epoca romana, analoghi sodalizi per rendere più attraenti le località che sorgevano lungo le vie consolari, precorrendo una primordiale formula di promozione turistica. Più avanti le denominazioni che assunsero, si dimostrarono ancora più esplicite quali: Comitati di Cura, Società per il Concorso di F0restieri, Associazioni per il movimento dei forestieri, oppure semplicemente “Pro” seguito dal luogo a cui si intendeva destinare i benefici dell’attività di valorizzazione. La preposizione sopravviverà in locuzioni latine rimaste nell’uso comune, oppure si anteporrà ad enti, numerose e gloriose squadre sportive di calcio e di atletica. L’intervento legislativo attuatosi nel Novecento conferisce alle Pro Loco il compito di valorizzare i centri svantaggiati in termini di richiamo turistico, prevedendo invece nelle grandi città, le Aziende di Cura e Soggiorno. Durante i primi decenni del secolo scorso, l’E.N.I.T. – Ente Nazionale Italiano per il Turismo – già nel 1919, intensificherà i loro diffondersi prevedendo il concentramento nella Federazione Regionale Pro Regioni. Intenti e programma che non trovarono però pratica attuazione, vista la natura accentratrice della forma di Governo vigente, che nel 1926 istituì le A.A.C.S.T. – Aziende Autonome Cura Soggiorno e Turismo – alle dirette dipendenze del Ministero degli Interni, che assicurava così un più agevole e comprensibile controllo. In epoca successiva il progetto sarà ripreso, tanto che nel 1936 il Ministero della Stampa e della Propaganda diramava una circolare contenente precise direttive e disposizioni in merito. Coinciderà con gli E.P.T. – Enti Provinciali del Turismo – per favorire l’istituzione delle Pro Loco, ma la pressione di controlli e vincoli eccessivi imposti, finirono per comprometterne il loro sviluppo. I risultati poco lusinghieri, consigliarono nel 1940 la pubblicazione di un corposo manuale dal titolo emblematico: Aziende Autonome per le Stazioni di Cura, Soggiorno, e Turismo e Associazioni Pro Loco che riassumeva il loro funzionamento, con prescrizioni varie, uno statuto tipo, compreso uno stralcio del Codice Civile sulle associazioni non riconosciute come le Pro Loco, ed un elenco dei Presidenti e dei Segretari di queste organizzazioni. Il nutrito elenco rassegna l’estrazione sociale dei loro dirigenti, in gran parte di stampo nobiliare, notabili locali, a testimonianza dell’indubbia visibilità e consenso che si poteva acquisire svolgendo tale attività. Le Pro Loco erano quindi associazioni a diffusione popolare ma con origini aristocratiche.

Gli eventi bellici non agevolarono certo il turismo, che qualcuno pensò di coltivare anche nella redditizia qualità di paese occupante. Il riconosciuto valore culturale di taluni luoghi servì per fortuna ad escluderli dagli obiettivi militari a parte gli errori di calcolo e lancio che si compiono in frangenti così drammatici. Ma la ricostruzione coincise con la ripresa della vita associativa tanto che le Pro Loco ne costituirono un valido riferimento: il movimento recupererò corpo e coraggio anche se dallo Stato centrale non arrivarono segnali incoraggianti. Così accadde in parte con il varo della legge 174 del 1958, che destinava ai Comuni i proventi rivenienti dall’imposta di soggiorno per il sostentamento delle Pro Loco. Veti, discussioni sulle modalità di applicazione del tributo non giovarono alle loro casse. Arrivando velocemente ai giorni nostri, problemi di convivenza e coordinamento con altri enti appaiono innegabili: Fondazioni, associazioni di scopo che oggi gestiscono grandi e piccoli eventi dalle implicazioni turistiche e di promozione in genere del territorio, qualche problema lo ripropongono. Proprio in tal senso abbiamo rivolto alcune domande a Roberto Copparoni attuale presidente della Pro Loco di Cagliari, personaggio molto noto in città anche per altre attività di impegno sociale.

Che senso ha oggi una Pro Loco in una città come Cagliari? La presenza di una Pro Loco a Cagliari ha una grande importanza perché consente di coinvolgere e sensibilizzare i primi protagonisti della valorizzazione della propria città: i residenti. Questa organizzazione consente di consolidare un sano senso di appartenenza ad una comunità e di educare alla convivenza, alla socializzazione e alla conoscenza del proprio patrimonio. Essa genera consapevolezza e sviluppa la cooperazione al di fuori da logiche puramente commerciali.

Quali sono i vantaggi per un vostro associato. Quelli di uno convenzionato? Che può partecipare fattivamente a tutte le nostre iniziative avendo anche la possibilità di proporre eventi e momenti di incontro. Frequentare la nostra sede e avere tanto materiale per arricchire le proprie conoscenze sulla città di Cagliari e della Sardegna più in generale e beneficiare di piccoli sconti e agevolazioni.

I benefici per la città? Promuove se stessa nel modo più autentico e naturale e, cosa non da poco, senza particolari costi, offrendo reali opportunità di sviluppo e crescita socio economica e professionale, in modo particolare per i suoi giovani.

I vostri interlocutori naturali? Lo stato del confronto e collaborazione? L’amministrazione comunale dovrebbe essere il nostro naturale interlocutore ma, stranamente questa Giunta ci ignora e , paradossalmente, cerca di farci trasformare in una società commerciale suggerendoci di diventare una organizzazione profit. Francamente non si comprende questo atteggiamento, fra l’altro, manifestato dallo stesso Assessore Argiolas

Dopo i riti della Pasqua, Sant’Efisio, la Fiera e Monumenti aperti, le vostre valutazioni su eventi dal forte richiamo culturale, turistico e commerciale? Che spesso l’offerta turistica di Cagliari è priva di animus e di progettualità condivisa, dove tutti i protagonisti più che essere coinvolti vengono chiamati quasi a ratificare scelte già di fatto assunte che accentuano solo l’autoreferenzialità del proprio apparato.

Cagliari capitale della cultura, città turistica, ambizioni, certezze o candidature ben riposte? Cagliari fino a quando avrà questo tipo di strategia e di approccio non sarà mai capitale di nulla. Esiste la possibilità di promuovere un turismo sostenibile di cui specialmente il III settore ne il più qualificato interprete. Questa città si deve liberare dai lacci e vincoli che l’apparato con l’avvallo delle famiglie riproduce e consolida. Troppe sono le rendite di posizione che non hanno oramai alcuna giustificazione e senso in una era dove anche le opportunità devono essere globalizzate.

Le vostre iniziative in cantiere e quelle in programmazione? Stiamo cercando di offrire un servizio innovativo per la città, ovvero attraverso il numero verde che sarà operativo dal 29 maggio 800 181 424  offriremo ai visitatori e turisti l’opportunità di conoscere la vera Città di Cagliari con il nostro staff costituito da operatori socio turistici e culturali che fra l’altro offre servizi anche in inglese, francese, spagnolo, russo e persino cinese. Ricordo agli interessati i nostri recapiti: la sede è in via San Lucifero n. 43 – 09125 Cagliari tel. 070 7571098 begin_of_the_skype_highlighting 070 7571098  e-mail prolococagliari@yahoo.it – numero verde 800 181 424 begin_of_the_skype_highlighting 800 181 424 – pagina face book Direzione Pro Loco Cagliari

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