Elezioni europee: Cara Europa, vorrei ma non posso.

Vorrei ma non posso.

 

Cara Europa ti scrivo, per dirti che vorrei tanto che il nostro amato continente potesse esprimere anche il volere della mia isola per concorrere democraticamente alla formazione della volontà europea.

Insieme ad altri tanti sardi avremmo voluto indicare e scegliere i nostri rappresentanti, ma purtroppo a causa di un perverso ed illiberale meccanismo elettorale, siamo costretti a far eleggere un siciliano.

Loro sono tantissimi rispetto a noi, oltre 5 milioni, e così molto difficilmente riusicremo a far eleggere un sardo a Strasburgo.

Questi sono i dati che, se debitamente letti, ci forniscono una serie di interessanti valutazioni:

 

                              Abitanti  SuperficieDensità                                                             Comuni

Sicilia

Palermo

5.034.727

25.711

196

Agrigento, Caltanissetta, Catania, Enna, Messina,

Palermo, Ragusa, Siracusa, Trapani.

390

 

 

Sardegna

Cagliari

1.669.454

24.090

69

Cagliari, Carbonia-Iglesias, Medio Campidano, Nuoro,

Ogliastra, Olbia-Tempio, Oristano, Sassari.

377

 

 

Con questo non voglio dire che la colpa è dei siciliani. La colpa è solo dei nostri parlamentari e governatori che, in tutti questi anni, non hanno mai voluto risolvere questo vergognoso problema. Hanno solo voluto aumentare il numero delle Provice.

Con queste elezioni il nostro popolo viene ulteriormente offeso, nonostante tutti, proprio tutti, nelle campagne elettorali di rito, usassero espressioni di grande impatto etico e identitario come:

autodeterminazione, statualità, indipendenza, federalismo, specificità.  Espressioni abilmente usate sia dai partiti di destra che di sinistra, come grimaldelli a far breccia nei nostri cuori, atti a scardinare i legittimi pregiudizi e i sacrosanti risentimenti degli elettori verso una classe politica e partiti che sono sempre più lontani dai bisogni della gente e dalla qualità reale di vita nella quale i essi vivono. Da una classe politica che spesso strappa il consenso, mistificando la realtà, raccoglie desideri, aspettative e speranze,  restituendo scampoli di favori anziché salvaguardare diritti in un contesto di miraggi ed alchimie economiche che favoriscono precarietà, instabilità e emarginazione.

La Sardegna è oramai solo formalmente un territorio ad autonomia speciale. Infatti la sua specialità degli anni’40, oggi reliquia museale, è stata di fatto superata anche dal potere riconoscituto anche all’ultima delle regioni a statuto ordinario realizzate negli anni ’70, meglio rapportate  e più funzionali rispetto ai significativi cambiamenti avvenuti nel nostro Paese.

Se fossimo uno Stato o se la nostra autonomia fosse reale potremmo eleggere circa 7 europarlamentari.

Basti pensare che altri territori come:

  • Malta con 410.209 abitanti elegge 6 uroparlamentari;
  • Lussemburgo con 472649 abitanti elegge 6 europarlamentari;
  • Cipro con 715.100 abitanti elegge 6 europarlamentari;
  • Estonia con 1.342.409 elegge 6 europarlamentari;
  • Slovenia con 2.077.070 elegge 8 europarlamentari.

 

Purtroppo bisogna dire che, nonostante si sia fatto molto per costruire una Europa di Popoli, e non di banche, vi sono molte cose da fare come ad esempio, non considerare la Sardegna solo per il suo PIL che, peraltro, risulta essere il 2% rispetto a quallo nazionale, valorizzando la centralità mediterranea come cultura sovranazionale di incontro fra popoli e dando alla Sardegna quella centralità che da sempre madre natura le riconosce ma che, la supponenza, la miopia dei politici e le logiche degli interessi, stentano a riconoscere.

 

Sono molto dispiaciuto per tutto questo;  anche perché tutti i partiti si erano impeganti a far modificare l’attuale normativa di riferimento e a far inserire anche la circoscrizione Sardegna separandola dalla Sicilia. Così non è stato.

Ora, poichè non voglio attendere altri 30 anni prima che una fortuita circostanza consenta ad un sardo di essere eletto in parlamento europeo, come libero cittadino pensante e presidente dell’Associazione di volontariato Amici di Sardegna,  ho deciso di aderire alla proposta che l’IRS ha fatto nei giorni scorsi, nel corso di una conferenza stampa a Cagliari, ovvero quella di andare a votare il 6/7 giugno, ma inserendo nella scheda un bigliettino che sarà per tempo distribuito, con il quale si manifesta il proprio civile disappunto, con la scritta:

 

"Scusa Cara Europa, vorrei  ma… non posso".

 

Infine, vorrei presentare una mia considerazione.

Mi sembra un po’paradossale e anacronistico che si tenga in Sardegna il G8, massimo vertice mondiale dei Paesi che si dicono sviluppati, senza che nessun sardo possa rappresentare la sua terra nella più importante istituzione del continente europeo e per affermare con forza che…

 

"Sono certamente possibili altri modelli di vita!".

 

Roberto Copparoni

Presidente Amici di Sardegna

Articolo precedente
Tuvixeddu…basta con le proteste
Articolo successivo
Un appello per l’Abbruzzo
Menu