Gli effetti collaterali della SARAS in tempo di pace

L’elenco degli inquinanti che la SARAS immette costantemente nel territorio é piuttosto lungo: biossido di carbonio; monossido di carbonio; ossidi di zolfo; ossidi di azoto; PM10; composti organici volatili non metanici; benzene; ossidi di zolfo; monossido di carbonio. Vanno inoltre computati gli scarichi diretti nelle acque: cadmio, cromo, nickel, rame, arsenico, benzene, cianuri, eccetera. Vere e proprie "bombe ecologiche" che producono danni spesso irreversibili.

Tutto questo sarebbe, quasi normale se fossimo in tempo di guerra dove, peraltro, c’è un nemico cattivo che bisogna combattere.

Qui le cose sono diverse non c’è guerra e l’avversario non è poi così cattivo perché ci offre, persino, posti di lavoro e sponsorizza anche le locali manifestazioni di musica e di spettacolo.

 

Gli studiosi di guerra e gli strateghi militari usano spesso l’espressione "effetti collaterali", per indicare le devastanti consguenze, anche non direttamente volute, che qualsiasi bombardamento produce sulle popolazioni civili.

Il termine ricorre spesso, quando per esempio un missile ha la sfortuna di colpire dei civili, causando innumerevoli morti. Anche la Saras produce "effetti Collaterali" di certo non voluti, ma razionalmente anche previsti e, non per questo, non meno devastanti.

Anni fa, il mio Maestro Avv. Luigi Concas, mi insegnò la differenza che corre fra il dolo eventuale e la colpa cosciente. Mi meraviglia che nessuno prima di me si sia accorto che la vicenda produttiva della Saras potrebbe rientrare in questa ipotesi.

Ma, forse, il gioco non vale la candela!

Però se così fosse, perché non si elimina la causa di tutto questo, ovvero chiudere la filiera petrolifera ed aprirne delle altre pienamente ecocompatibili, come l’uso dell’energia solare o eolica per produrre nuova energia?

Ma così non è per tutta una serie di motivi primo, fra tutti, l’impossibilità di fermare il processo produttivo di una "vitale e strategica" energia come la benzina e l’energia elettrica che giustificano comunque il sacrificio degli "Effetti collaterali".

La cosa più paradossale è che queste letali conseguenze vengono da noi masochisticamente finanziate grazie al bonus del CIP 6 che anche la Saras ottiene dalle bollette di energia elettrica che tutti noi paghiamo, il cui costo ricade al 6/7% per ciascuna famiglia.

Insomma, è meglio compromettere l’ambiente naturale e umano che fermare questo scellerato sviluppo legato alla produzione di benzina e derivati.

Ma che ce ne facciamo di questo irrazionale sviluppo?

La risposta la troviamo nell’egoismo e nell’indifferenza di chi egoisticamente pensa solo al proprio personale tornaconto e che, di fatto, non ha consentito alcuna alternativa, ha precluso e imbrigliato questo territorio ad un’infausta sorte di destino predestinato.

Ma oltre al danno c’è anche la beffa….

Nessuno degli aventi diritto, enti pubblici territoriali in testa, ha formalmente chiesto, né la Saras si è degnata di farlo, di compensare i danni prodotti diretti, indiretti e indotti che, fra l’altro, sono di gran lunga superiori agli stipendi offerti al migliaio di residenti che lavorano in questa azienda o all’esigua entità delle sponsorizzazioni offerte agli abitanti di Sarroch.

Non serve addolcire la pillola che, fra l’altro, è fin troppo amara.

Occorre fare di meglio e di più, subito.

Perché solo il tempo e coloro che verranno potranno conoscere la reale portata dei danni che oggi stiamo arrecando, anche con comportamenti omissivi.

 

Roberto Copparoni

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