Il capolinea della politica

 

…Siamo giunti al capolinea

Non basta cambiare il "mezzo di trasporto", bianco, rosso, grigio  o nero che sia, occorrono nuove regole per la democrazia.

 

Siamo arrivati ad un punto di non ritorno.

Da diverse legislature quella che dovrebbe essere la "normale alternanza" fra gli schieramenti, tipica manifestazione delle democrazie avanzate, è diventata solo una "faida".

La cosa triste è però che le conseguenze di questi "sgarbi" elettorali non vengono pagati dai diretti interessati, ma da noi, disarmata collettività, privata anche dell’incisività della preferenza, oramai avocata direttamente dai famelici partiti, oramai sempre più porcelloni.

Che triste figura facciamo anche in campo internazionale.

Paladini nel mondo della moratoria della pena di morte, da decenni, e fors’anche oggi, esportiamo morte, comprovata dai lauti fatturati delle fabbriche italiane di mine, armi e munizioni.

In questo, anche la Sardegna fa la sua parte. Infatti se non ricordo male a Domusnovas c’è una fabbrica che produce questo genere di prodotti da esportazione.

Diciamo di volere bene all’ambiente e poi accumuliamo rifiuti  fino a permettere ad alcuni blasonati personaggi di lucrare sulla "fasulla emergenza" che oramai è istituzionalizzata, perchè dura da circa 20 anni. Proprio in questi giorni il "Corriere della sera" ci ha fornito i dati sui milionari guadagni dei dirigenti e portaborse dell’ente campano che "avrebbe dovuto" provvedere allo smaltimanto dei rifiuti.

Se non ci fosse l’emergenza come camperebbero questi poveri dirigenti?

Da queste piccole cose appare evidente che nel nostro meraviglioso Paese, il nostro ingegno supera ogni umana previsione ed è capace di consentire a pochi fortunati di ottenere delle vere rendite di posizione, ben protette  e consolidate dal nostro "scafato" sistema democratico.

L’era di "Mani pulite" non ha debellato il malaffare, essa ha solo segnato il passaggio di un sistema che si è modificato, perfezionando, i suoi meccanismi. Diventando quasi come un blob, massa amorfa grigia rossastra, capace di far dialogare perfino le caste in ragione del supremo bene comune: "il potere fine a se stesso".

Inoltre il fenomeno della trasversalità ha cementato nuove ed impensate amicizie, facendo sepellire sul tempio dell’inossidabile "do ut des", antichi rancori.

Una volta c’era la "ragione di Stato" per celare delle nefandezze ed indecenze delle istituzioni. Oggi va di moda "l’emergenza" e attraverso questa espressione si consumano danni, i cui effetti, spesso, vanno ben oltre la nostra mortale esistenza.

Insomma non c’è molto per stare allegri!

Al di la del fatto che, verosimilmente, la destra vincerà questa ennesima pseudo sfida elettorale, bisogna dire che masochisticamente, ancora una volta la sinistra (esperta di vittorie e di mancati governi") è riuscita a fare un magnifico ennesimo  "assist" al suo nemico di sempre: questa destra social-nazional-capitalista tirata su da un mago dell’effimero comunicazionale, "padre/padrone di quasi la metà del nostro Paese.

Anche in Sardegna capita spesso questo fenomeno.

Osservando le vicende politiche del breve medio periodo della nostra regione troveremo significativi elementi per confermare questo assunto.

La destra vince per demerito della sinistra. La sinistra vince per demerito della destra e così via fino alla notte dei tempi…

Ora, forse, la destra vincerà, anche in Sardegna grazie alla sinistra che con il suo modo di governare  "creativo e masochista" ha realizzato ponti d’oro al suo avversario.

Stando così le cose sono certo che il nuovo governatore della Sardegna sarà della destra, non importa chi sarà, basta che respiri!

Ma è possibile che i sardi non riescano ad esprimere di meglio?

Se dovessimo dar credtio alla teoria secondo la quale "ogni Paese ha il governo che si merita", ci sarebbe davvero da preoccuparsi.

Sarà così anche per noi, inermi e sfigati isolani, di veristica memoria?

Certo è che tutto l’elettorato attivo regionale dovrebbe riflettere un po’ meglio sul da farsi.

Se questi sono i valori e le  capacità che esprimono i nostri rappresentanti c’è stato qualcuno che con il voto ha loro permesso di operare. Non vi pare?

In Consiglio regionale o in parlamento non ci sono di certo andati da soli!

Senza fare nomi, ricordo solo che un degno rappresentante della classe politica Sarda, alcuni anni fa nel corso di una confidenziale chiacchierata, mi disse che lui, una volta eletto, ha sempre cercato di creare problemi, più che risolverli!

Infatti operando in modo diverso nessuno sarebbe più andato da lui a chiedere favori e il suo consenso, il suo potere, si sarebbe vanificato nel giro di una sola legislatura!

Quindi, scendiamo ben volentieri al capolinea, dove ci ha portato questa scalcinato postale e creiamo tutti insieme nuovi percorsi e nuovi vettori per raggiungere la nostra difficile meta, sulla base di partecipati valori, quali consapevolezza, condivisione, accessibilità, rispetto, legalità e salvaguardia dei principi democratici.

Auguri a tutti.  Ne abbiamo davvero bisogno!!!

 

 

 

 

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