Ieri sera ho partecipato ad un incontro del Social Forum di Cagliari. Il tema verteva sulla volontà del Presidente Soru di “cedere” le aree minerarie dell’arburense e guspinese per realizzare degli insediamenti turistici elitari tipo “costa smeralda 2”. C’era anche un senatore presente all’incontro invitato dal nostro comitato. Nonostante sia stato duramente attaccato da alcuni “amici” del Forum in merito alla nota presa di posizione su Tuvixeddu, ho cercato di non “cadere nella trappola” e cedere alle accese, quanto sterili, polemiche, dove ha ragione chi urla di più e ho
di illustrare ai presenti la mia viva preoccupazione determinata da questa ventata di neo colonialismo che, nonostante storicamente provenga dalle aree più consevatrici della società, oggi è portata avanti dalla “nuova sinistra” di Progetto Sardegna e da parte dei suoi alleati.
Peraltro il fenomeno non è solo presente nella zona indicata ma, più in generale, è diffuso un po’ in tutta la Sardegna.
Come più volte detto, questa “visione” della gestione della “res pubblica” non ci piace.
Così come non ci piace l’assoluta “mancanza di dialogo” che caratterizza l’opera del Presidente.
Certo nel suo “respiro politico” sono presenti delle positività, ma queste si stanno infrangendo in modo sempre più evidente allor quando il Presiedente pone ” la ragione di …..”, quasi come fosse un dogma, assolutamente incontrovertibile. Un po’ come quando, in un dibattito pubblico, ti invito a parlare spegnendoti il microfono…
Per esempio mi domando, se non ha timore del confronto, perchè quando organizza le conferenze di fine anno, non invita tutti gli operatori della comunicazione o cerca di zittire coloro che non condividono le sue strategie ed argomentazioni?
La conferenza di fine anno, è un importante momento di verifica in merito all’attuazione del programma di governo che egli stesso si è prefissato. L’incontro, a carattere fortemente istituzionale, non puù essere gestito come una festa privata, dove invito chi voglio, visto che sono a casa mia.
La casa in esame, infatti, non è solo del Presidente Soru, ma di tutti i sardi, paradossalemente anche di coloro che non lo hanno votato.
Non lo ha detto forse lui: ” Sarò il Presidente di tutti i sardi!”
Peraltro, questa consoderazione non mi riguarda, perchè anche io l’ho votato, come la maggiornaza dei sardi.
Ma il consenso ottentuo è come l’amicizia, nel senso che bisogna saperla alimentare a proteggere. Purtroppo la comunicazione istituzionale è assai strumentale e poco idonea a comunicare, piuttosto impostata verso una forma comunicativa “ex post”, di sostanziale ratifica del “suo” volere politico.
Poco importa che una sempre crescente fetta di suoi elettori si stia allontanando, che perda qualificati pezzi del suo “firmamento politico”, che molti dei suoi più stretti collaboratori vadano “volontariamente ” in esilio. Insomma Signor Presidente, perchè non scende un attimo dal piedistallo che si è costruito con il nostro aiuto e cerca di intepretare il reale volere dei sardi. Come per esempio la situazione dei precari delle strutture ospedaliere, degli operai della Legler, di Macchiareddu, di Ottana, di Arbatax, gli operatori della Formazione professionale, le persone che non vogliono che Tuvixeddu ritorni ad essere terra di nessuno e che “da anni” aspettano di poter fruire di una cultura che non c’è, anche per via di interminabili contenziosi e salomoniche liti giudiziarie.
Insomma, Signor Presidente, prima che sia troppo tardi, torni a più miti consigli e dandoci la possibilità di parlare con Lei e ci ascolti nell’interesse di tutti, non si limiti a sentire…
Nessuno vuole negare le qualità umane e professionali che tutti Le riconoscono. Ma la RAS non è una azienda privata, magari da quotare in borsa; è una organizzazione collettiva dove i sentimenti convivono con le ragioni della politica e il buon senso si confronta con l’economia della crescita e dello sviluppo sostenibile.
Non me ne volgia per quanto detto. Molti suoi amici mi hanno detto che Lei è estremamente permaloso e vendicativo. Ma tutti abbiamo dei lati poco positivi della nostra personalità. Ma non per questo mi esimo dal manifestarLe il mio punto di vista, visto che di persona non mi è stato mai consentito, nonostante i numerosi tentativi da me fatti.
Ma sappia che tanta gente la pensa nello stesso modo come, indegnamente, ho cercato di fare io, attraverso un democratico strumento di partecipazione “il blog” della rete; rete di cui Lei rappresenta per i suoi meriti, in modo innegabile, un importante protagonista.
Dopo due anni e mezzo di mandato ci sarà una svolta o ritornerà “l’ancienne regime?”.
Con osservanza
un elettore