Needs-architecture-in-developing-contries-architetture-nei-paesi-in-via-di-sviluppo

http://enviprojects.wordpress.com/2013/01/28/needs-architecture-in-developing-contries-architetture-nei-paesi-in-via-di-sviluppo/

Se siete dalle parti di Cagliari, vi consiglio di andare a vedere la mostra NEEDS – Architetture nel Paesi in via di sviluppo, nella bellissima location del Lazzaretto. La mostra è stata inaugurata sabato 26 Gennaio e resterà aperta fino al 31. Per informazioni potete consultare http://www.kalariseventi.com/en/needs-architetture-nei-paesi-in-via-di-sviluppo-lazzaretto-cagliari-26-31-gennaio. L’iniziativa è stata lanciata dal GGAF- Gruppo Giovani Architetti Firenze. I progetti presentati si trovano per lo più in Tailandia, Bangladesh, Burkina Faso e Mali e sono caratterizzati dall’utilizzo di materiali locali e “tecnologie povere”, come la ventilazione naturale, lo sfruttamento della massa termica e l’utilizzo di schermature solari. Questi progetti vogliono farci riflettere su quali siano le necessità delle persone che vivono in contesti problematici e su come un’architettura semplice ma di qualità possa dare una risposta efficace a tali bisogni. Alcuni nomi degli progettisti: Anna Heringer, Diébédo Francis Kére, Emilio e Matteo Caravatti, TYIN.

In occasione dell’inaugurazione, si è tenuto il convegno dal titolo “Il progetto dell’ascolto. Percepire cambiamenti di ambiente e società”, presentato dall’Arch. Stefania di Benedetto. Ci sono stati numerosi interventi tra cui quelli di Roberta Manca, presidente della o.n.g A.SE.CON (Amici Senza Confini), gli ingegneri di Remmondo Daniela di Bartolo e Caterina Zurru, l’Arch. Maddalena Achenza per l’Associazione Nazionale Città della Terra Cruda, l’Arch. Julio Ayllon…

In particolare la A.SE.CON ha illustrato come, attraverso iniziative di formazione e microcredito, siano riusciti a trovare lavoro a trenta donne senegalesi in Sardegna, a cui è stato insegnato a tingere i tessuti con tecniche tradizionali sarde. Questa conoscenza è stata poi trasferita ad alcune ragazze sarde. Trovo che questo sia un progetto molto meritevole, ma mi ha lasciato una perplessità: perchè non si è pensato di promuovere un progetto che coinvolgesse dall’inizio ragazze sarde e senegalesi insieme? c’è un tasso elevatissimo di disoccupazione in Sardegna e ho l’impressione a che a volte si tenda a far finta che qui vada tutto bene e a pensare che gli unici ad avere bisogno di aiuto siano gli stranieri, ma purtroppo non è così. Un progetto che coinvolgesse persone del posto e stranieri, inoltre, favorirebbe una migliore integrazione delle due parti.

Il progetto Piga Sardu Birdi di Remmondo è un bell’ esempio di ottimizzazione dei consumi nelle pubbliche amministrazioni e di diffusione di comportamenti virtuosi attraverso l’educazione dei bambini. Il progetto ha visto coinvolti i bambini di una scuola di Villacidro, a cui è stato spiegato, anche attraverso dei laboratori, come e perché ridurre lo spreco di acqua, plastica, carta, posate usa e getta… Questo comporterà un enorme risparmio all’interno della scuola e in più i bambini veicoleranno queste conoscenze in famiglia, favorendo atteggiamenti più responsabili e un risparmio a scala più ampia.

Ho trovato particolarmente interessante anche l’intervento dell’Arch. Julio Ayllon, che ha mostrato il progetto di riqualificazione di un complesso abbandonato ad Olbia, sulla spiaggia, che dovrebbe essere trasformato in un centro balneare per diversamente abili. L’architetto ha evidenziato come, con alcuni accorgimenti, si possa favorire l’autonomia dell’utente. Il suo sogno, ha detto, realizzando questa struttura, è che un giorno un disabile possa uscire da solo sulla spiaggia e guardare la luna che sorge dal mare.

Infine l’Arch. Stefania di Benedetto ha presentato il caso studio della sua tesi di dottorato, sul monitoraggio di una casa in Sardegna, con muri in mattoni di terra cruda. Il monitoraggio ha mostrato un ottimo comportamento nei mesi estivi, ma problematico nei mesi invernali, a causa della presenza di “strutture deboli” da un punto di vista del comportamento termico, quali la copertura e gli infissi. Questo divario, suggerisce l’architetto, potrebbe essere colmato con l’utilizzo di materiali a basso consumo di energia grigia, un’ analisi presente nell’applicazione del Protocollo CasaClima Nature del quale sono state evidenziate le peculiarità, visto anche il Patrocinio dell’Agenzia CasaClima di Bolzano.

 

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