Non c’è solo il Palazzo Aymerich…

Tratto da: Il Sardegna
Stazione di posta in pericolo nuovo caso palazzo Aymerich
22 gennaio 2007

Monte Claro. Lavori in corso in via dei Valenzani: le ruspe ?grattano? una vecchia fermata delle diligenze
Proteste degli ambientalisti come a Castello: anche perché sotto ci sarebbe pure una vecchia chiesa medioevale. Il costruttore: «Tutto a posto: rispettiamo la storia

Ennio Neri cagliari@ epolis.sm

Cemento attorno ad una altro monumento cittadino. La ?Stazione di posta? di via Valenzani, un altro tassello della storia della città, per gli ambientalisti rischia la scomparsa. La ?Stazione di posta? è l?ottocentesca fermata delle diligenze per il trasporto di persone, merci e posta, e secondo Roberto Copparoni del comitato Amici di Sardegna, è stata ?grattata? o ?sfiorata?, dalle ruspe della Cooperativa Cento, nell?ambito della prevista urbanizzazione della zona e il pericolo, denuncia Copparoni, è che la struttura possa subire lo stesso destino di palazzo Aymerich, la demolizione e la ricostruzione sul modello originale. Come a Castello.
ANTONIO SARDU, pres idente della Cooperativa smentisce dice che il bene è vincolato e che non si può far altro che ricostruire l?esistente. Oltretutto per Copparoni c?è un fatto nuovo. Da alcuni dettagli si evince che la ?Stazione? potrebbe inglobare ciò che resta della chiesa medievale, ritenuta scomparsa, di Santa Maria di Monte Claro, individuata dalle antiche mappe spagnole proprio alle pendici del colle. Tuttavia nemmeno le pagine dense di storia raccontate hanno risparmiato al l?edificio l?emarginazione, il degrado e l?oblio.
LA STRUTTURA è appartenuta alla Chiesa fino all?inca meramento statale dei beni degli ordini religiosi alla fine dell?ottocento. Ceduta poi ai conti Cinzano e sfruttata come residenza nobiliare, dal 1911 è di proprietà della Vinalcool. Al confine tra la città e l?isola, residenza padronale, stazione delle diligenze, locanda e fattoria, la ?Stazione di posta? oggi si presenta come discarica e ricovero di tossicodipendenti e sbandati, tra siringhe e le sozzure di ogni genere. Dei fasti del passato resta visibile il pergolato d?ingresso col selciato originale, l?abbe veratoio dei cavalli, gli amplissimi archi, le volte e della parte medievale ci sono ancora le cornici delle finestre e un bellissimo canale di scolo del tetto. Scorrendo l?elenco del patrimonio edilizio di rilievo del territorio comunale, al paragrafo ?A rcheologia rurale e industriale? compare la voce Stazione di posta e il monumento è definito ?vincolato?. «La struttura è vincolata », assicura Antonio Sardu, «e rinascerà come ristorante o sala convegni. Il piano attuativo attende il Ppr, il quale ci obbliga a non costruire a 100 metri dalla ?Stazione?, ma contiamo alla conferenza dei servizi di restringere la fascia. Manca ancora un passaggio in consiglio comunale». «Da sempre il degrado è l?alibi delle demolizioni », accusa Copparoni, «la cittadinanza intervenga prima dell?autorizzazione al definitivo abbattimento».¦

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