Un omaggio ad un simbolo della Sardegna. Francesco Masala ci ha lasciati

Dagli amici della SESS riceviamo e volentieri pubblichiamo per onorare la figura di un vero personaggio che, con il suo lavoro e attraverso le sue parole, è riuscito a tenere acceso “lo spirito” della nostra identità, spesso anche “fuori dal coro”f

Oggi è scomparso Cicito Masala.
Ecco il suo profilo dal volume IL CHI È DELLA SARDEGNA.

Franziscu. Scrittore e poeta scomodo. È nato a Nughedu, in provincia di Sassari, il 17 settembre 1916; vive a Cagliari, dove per molti anni ha insegnato all’istituto magistrale ed ha collaborato come critico d’arte e letterario a molte riviste ed ad alcuni quotidiani, compresi L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna, quando i due giornali non erano più, proprietà di Nino Rovelli e del “Dio petrolio”, tanto combattuto nei suoi libri. Ex combattente sul fronte russo, è lo scrittore sardo insieme a pochissimi altri le cui opere siano state tradotte in molti paesi stranieri: Russia, Jugoslavia, Spagna, Ungheria, Francia. Ha esordito come poeta con diverse raccolte di liriche tra le quali “Pane Nero” (Ed. Maia, Siena, 1956) con prefazione di Tita Rosa, tradotto in russo, jugoslavo e spagnolo. Nel 1960 ha pubblicato un’altra raccolta di poesie “il Vento” (Ed. Maia, Siena, 1960).Nel 1968 è uscito il suo primo romanzo “Quelli dalle labbra bianche” pubblicato da Feltrinelli e tradotto in ungherese. Sempre presso l’editore Feltrinelli è uscita nel 1968 l’altra raccolta di poesie “Lettera della moglie dell’emigrato”.

In collaborazione con il regista Giacomo Colli, ha scritto la riduzione teatrale di “Quelli dalle labbra bianche”, andata in scena con la compagnia “Cit” di Cagliari e pubblicata nei quaderni del “Cit” nel 1974. .Per il teatro ha scritto “Su Connottu”, dramma popolare bilingue scritto in collaborazione con Romano Ruju e con il regista Gianfranco Mazzoni, con il quale ha scritto anche il dramma popolare bilingue sardo-italiano “Carrasegare”, entrambi pubblicati dalla cooperativa Teatro di Sardegna nel 1976 e nel 1980.

In sardo-italiano ha scritto due radiodrammi trasmessi dalla Rai nel 1979 e nel 1981: “Emilio Lussu, il capo tribù Nuragico” e “Gramsci l’uomo nel fosso”. Con l’editore Scheiwiller di Milano nel 1981 ha pubblicato “Poesias in duas limbas” (poesie in due lingue), tradotto in francese “Le Braconnier et autres poemes de Sardaigne” (“Storia dei vinti” e “Poesias in duas Limbas”).

Del 1984 è ” Il Riso sardonico”, saggi pubblicati dalla Edizioni Gia di Cagliari. Nel 1986 è uscito il suo secondo romanzo “Il Dio Petrolio” (Ed. Castello Cagliari) tradotto in francese con il titolo “Le cure de Sarroch”, e il saggio “Storia dell’Acqua” in Sardegna (Ed. Eaf Alfa Editrice).

Nel 1987 ha scritto per la Rai il radiodramma “Sigismondo Arquer al rogo” e quindi ancora due saggi entrambi pubblicati dall’Alfa Editrice “Storia del Teatro Sardo” (1987) e “Autonomia e Arte Sarda” (1988). Nel 1989 è uscito il suo primo romanzo interamente in lingua sarda “S’istoria”, condaghe in limba sarda, il primo romanzo scritto in Sardegna interamente in limba. Nel 1993 l’editrice Alfa ha pubblicato in un cofanetto di tre volumi la sua opera omnia.

A chi gli domanda un curriculum risponde: “Sono nato a Nughedu e sicuramente morirò non so dove. Se muoio a Cagliari voglio essere sepolto a Nughedu. Se muoio a Nughedu voglio essere sepolto a Cagliari. Giusto per rompere i coglioni anche da morto”.

Ha aderito al Psi. È passato poi al Psiup di Emilio Lussu. Da tempo può essere considerato un libero pensatore, che, comunque vada, “sta a sinistra”. Dove ci sono i poveri e gli sfruttati, da chiunque siano resi poveri. E da chiunque siano sfruttati.

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