Nucleare forzato

Nucleare forzato

"Strategici" i siti per la produzione atomica e lo stoccaggio delle scorie. Presidii dell’esercito. I Verdi protestano.

 

N.B. In Sardegna (nella provincia di Oristano)  è prevista l’installazione di una grande centrale nucleare: Cirras?

 

Numeri a caso. Li dà il premier Silvio Berlusconi sul nucleare, quando parla, come ha fatto durante il G8 in Giappone, di costruire 1000 nuove centrali nel mondo (al momento ce ne sono circa 350). Dichiarazioni che suscitano la reazione dei Verdi.

"Berlusconi, come tutto il Governo, ha nei confronti del nucleare un approccio assolutamente superficiale – sbotta Angelo Bonelli dei Verdi. Costruire 1000 nuove centrali nel mondo – spiega – farebbe aumentare la produzione energetica mondiale solo del 12%, con lo spreco di enormi risorse finanziarie. Inoltre visti i tempi di costruzione per gli impianti (10-25 anni) e la disponibilità di giacimenti d’uranio il combustibile basterebbe solo per 15-20 anni".

Il nucleare, insomma, sposterebbe il problema energetico dal ‘caro petrolio’ al ‘caro uranio’. "Purtroppo – spiega l’esponente del Sole che ride -, ci si ostina a non voler applicare quelle misure che affrontano sia il problema energetico che quello ambientale e climatico come la promozione delle energie rinnovabili, il risparmio e l’efficienza energetica, le nuove politiche sostenibili in campi come l’edilizia e il trasporto, che sono la strada giusta per uscire dalla morsa dei combustibili fossili".

La proposta del governo Berlusconi, già annunciata dal ministro per le attività produttive Scajola e sposata da Confindustria, è quella di realizzare 5 centrali nucleari in Italia, per un investimento tra i 20 e 25 miliardi di euro "che peseranno tutti sulle spalle della collettività – aggiunge Bonelli -. Come sulle spalle dei cittadini peseranno gli enormi problemi ambientali e sociali legati alla scelta atomica".

Per le nuove centrali i Verdi temono anche che l’approccio del governo sia quello usato per l’emergenza rifiuti in Campania, cioè attraverso l’uso dell’esercito. Questo almeno quanto prevede l’emendamento al decreto sulla manovra che interviene sull’articolo 7 del provvedimento (quello sulla strategia energetica nazionale), presentato il 15 luglio scorso. I siti per la produzione di energia nucleare di stoccaggio dei rifiuti radioattivi, secondo quanto riporta il testo dell’emendamento, infatti ”possono essere dichiarati aree di interesse strategico nazionale soggette a speciali forme di vigilanza e protezione”.

L’emendamento sara’ discusso nelle Commissioni bilancio e finanze della Camera, e in esso si specifica che l’individuazione dei siti ”avviene nel rispetto delle norme in materia di valutazione di impatto ambientale e di pubblicita’ delle relative procedure, nonche’ delle esigenze di tutela della salute della popolazione e dell’ambiente”. Alle popolazioni interessate dalla localizzazione, recita ancora l’emendamento, ”sono riconosciute misure compensative minime, quali benefici diretti alla famiglie e alle imprese residenti nel territorio circostante il sito, con oneri a carico delle imprese coinvolte nella costruzione o nell’esercizio degli impianti”.

Ma i Verdi paventano il rischio che il tutto sia un via libera alla "militarizzazione del territorio". "Vogliono aprire i siti delle centrali atomiche attraverso l’uso dell’esercito – denuncia ancora Bonelli: si tratta di un metodo inaccettabile e fuori da ogni regola della democrazia".

"Sapremo mobilitare ed informare in maniera adeguata i cittadini contro questa vera e propria follia del governo. Il nucleare, radioattivo, pericoloso e costoso è una vera e propria follia – ha concluso Bonelli -. Si tratta di una vera truffa alle spalle degli italiani che contrasteremo con tutte le nostre forze".

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