Personaggi in cerca di autore, ovvero l’affannosa ricerca di un leader

La corsa è iniziata…la poltrona attende di ospitare un nuovo leader. Chi sarà?

Pur essendo un uomo proveniente da una "certa area politica" che ritengo illuminata, ecologista e moderata" credo che il nome del nostro futuro leader non sia tanto importante.

Invece quello che è importante è sapere quali sono i valori, le competenze e le aspettative di questo personaggio.

Infatti potrebbe chiamarsi Mario Pistis, Efisio Floris, Antioco Murtas….

Per me la cosa non cambierebbe.

Potrebbe persino provenire da un’area politica differente dalla mia a condizione che abbia onestà itellettuale.

L’importante è che voglia fare del bene alla Sardegna e al nostro popolo e soprattutto che sappia …comunicare i suoi stati d’animo e sappia adeguatamente relazionarsi con tutti i suoi interlocutori, senza nascondersi dietro l’autorità, ma conquistare anche i suoi avversari con l’autorevolezza.

Non occorre che possieda una laurea in ingegneria spaziale, che abbia conseguito un Master a Pasadina e che parli 3 lingue.

Inoltre non è necessario che sia un genio d’informatica, che parli correttamente anche il sardo, nè che sia un brillante imprenditore.

L’importante è che capisca il sardo, non solo da un punto di vista linguistico lessicale, ma che comprenda quelle che sono le reali necessià dei sardi.

Peraltro l’esigenze, non solo materiali, che il nostro popolo presenta sono molteplici e diversificate.

Da una lato soffocato dall’immenso patrimonio ambientale (naturale ed umano) che non riesce a gestire e valorizzare a causa di una miriade di norme inadeguate e contraddittorie, dove gli stessi sardi inseriti in questi contesti appaioni sempre più figuranti che protagonisti del proprio futuro e dall’altra oppresso da una classe politica che progetta scenari di incoerente sviluppo sopra di un costosissimo tappeto volante chiamato Regione, che sempre meno entra in contatto con la realtà quotidiana e che, anzi, se può se ne allontana.

Il problema non è quindi Soru o Cabras per guidare una aggregazione politica a cui, peraltro, non sono neppure interessato, ma vedere cosa realmente vogliono i sardi e non gli intraprendenti capo’ di partito che plasmano la volontà di un sempre minor numero di tesserati per forgiare un’inesistente maggioranza per farla passare come volontà di popolo attraverso un’artefatta maggioranza pseudo congressuale.

Non è questa la volontà dei sardi e se lo fosse, sarebbe pur sempre solo una parte di questa, peraltro, determinata a governare.

Ma si sa che in democrazia vale il principio della maggiornaza. E chi non partecipa e si confronta è fuori dai giochi!

Ma siamo sicuri che tutti possano partecipare…e poi, conosciamo bene le regole di questi giochi?

Non sempre esse vengono fatte conoscere e correttamente interpretate, sovente sono scorrette e, spesso, persino cambiate in fase di gioco.

Insomma il nostro sistema è decisamente in crisi.

Lo dimostra il sempre maggior numero di persone che non vanno a votare e che si sono allontanate dalla politica e per effetto, dalle istituzioni.

Certamente non si può liquidare il problema affermando che tutto questo è causa dell’ignoranza e della superficialità degli elettori.

E se questo senso di sfiducia e di rifiuto fosse causato dagli esempi di "mal governo" e dalla "disonestà" di molti personaggi che hanno fatto della politica la loro unica professione?

Insomma mi pare che valga proprio la pena d’iniziare a cambiare qualche cosa.

Anche i criteri di scelta dei nostri leaders!

 

Una ricetta?

Meno congressi e più buon (con)senso.

 

Anche per questo parteciperò al V-Day organizzato oggi in oltre 200 piazze d’Italia.

 

Roberto Copparoni

Verdi Cagliari

 

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