S.O.S. Nuraghe Antigori. Un esempio di incuria e inciviltà.

La cultura dell’incuria: l’esempio del Nuraghe Antigori (Sarroch)

Ovvero un sito di eccezionale importanza che ha aperto nuove prospettive all’archeologica della Sardegna, da anni è abbandonato alla più totale indifferenza.

 

"A Sarroch non c’è solo la Saras. Questa circostanza è a tutti nota, però sembra quasi che agli stessi interessati non importi più di tanto, visto come vengono considerate le bellezze e le risorse che il territorio presentava e che ancora oggi, nonostante tutto, possiede.

Ecco una testimonianza di come ci facciamo vivere".

 

Agli inizi degli anni ’80 mi trovavo ad effettuare una passeggiata sui colli di Sarroch, insieme alla buona anima di mio fratello Giulio, artista e grande appassionato di storia dell’arte quando, giunti sulla sommità del colle di Antigori, scorgemmo la presenza di cumuli di terra, scavata di recente nei quali vi erano un’infinità di cocci di terracotta. In verità l’occhio l’avevamo ben allenato essendo appassionati di archeologia.

Notammo subito la particolarità di alcuni che presentavano delle policrome decorazioni geometriche e, in alcuni frammenti, persino delle stilizzazioni che potevano evocare invertebrati marini. Ricordo che mio fratello senza alcuna esitazione mi disse: "Questi reperti sono interessanti, potrebbero essere di fattura micenea". Così decidemmo di raccoglierli (riempimmo alcune buste di plastica) e di portarli a casa per lavarli e per meglio evidenziarne le decorazioni.

Dopo alcuni giorni decidemmo di consegnarli all’autorità e così andammo al Museo Archeologico di Cagliari per denunciare il ritrovamento e consegnarli agli archeologi.

Non ricordo bene chi ci avesse ricevuto. Ricordo, però, chiaramente un particolare che, a distanza di anni, mi fa ancora sorridere…

Quando consegnammo i reperti rammento che segnalammo ai funzionari anche la probabile origine micenea dei reperti. Questa nostra considerazione fece sorridere gli "addetti ai lavori" che, con supponenza, ci dissero "Ne dovete mangiare di pane, prima di poter fare queste affermazioni!!!".

I reperti furono assegnati alla Dott.ssa Cerruti Ferrarese che si mostrò subito interessata alla nostra segnalazione e ci chiese di poterla accompagnare sul sito. E così facemmo per diverse volte fornendole tutti i particolari sul ritrovamento e sul posizionamento dei reperti.

Dopo alcuni mesi di silenzio assoluto, leggemmo sull’Unione Sarda dell’importante ritrovamento dei reperti Micenei a Sarroch!

Rammento che una volta chiesi ed ottenni, dopo non poche resistenze, di poter assistere ai lavori di scavo. Non immaginate quante raccomandazioni mi vennero fatte sul dove mettere i piedi e dove restare…Fra le cose che notai vidi che il materiale archeologico veniva selezionato in modo singolare. Tutto ciò che non era ascrivibile alla cultura micenea veniva subito scartato e lasciato sul posto senza troppa premura. Infatti moltissimi frammenti di vasi dell’era nuragica e romana, persino pezzi di macine, sono ancora sul posto sotto cumuli di terra setacciata.

Tutto questo per me era molto singolare, perché mi ero fatto un’idea di scavo scientifico un pochino diversa,  ma seppi stare al gioco e mi limitai ad osservare. E poi la Soprintendenza Archeologica, per me, allora, rappresentava la depositaria di Heinrich Schliemann, Arthur Evans, Giavanni Battista Belzoni, personaggi sui quali avevo tanto fantasticato in gioventù, e sulle cui leggendarie scoperte ancora oggi si discute molto.

Fra i reperti che consegnammo alla Cerruti, alla presenza del Dott. Nicosia e di altri archeologi, oltre ad una serie di interessanti frammenti vi erano due lucerne mammellate, una piccola ascia bipenne in lega di piombo (galena?), una decina di fusaiole il terracotta e vi era anche una dea Madre in arenaria di circa 80 centimetri in buono stato di conservazione.

Di quest’ultima non ne ho mai saputo nulla.

Al Museo non è presente. Chissa dove sarà? Ma questo è un altro problema.

In verità di problemi ce ne sono altri, però!

Il primo è che il sito di Antigori è in totale abbandono, fatto oggetto di ripetuti scavi clandestini, e pericolosissimi danneggiamenti che mettono in serio pericolo la stabilità della Tholos e della cinta muraria rimasta. Inoltre, in alcune pareti dell’area monumentale sono state apposte delle scritte in vernice bianca che deturpano il sito.

E mai possibile che questo area archeologica debba essere abbandonata?. Perché la Soprintendenza non interviene? Forse sono state già scritte le pagine che servivano, sui reperti ritrovati? Ma anche se così fosse ciò non giustificherebbe questa totale incuria! Inoltre, stando così le cose, così mi sapete spiegare che differenza esiste fra uno scavo ufficiale da uno scavo clandestino se poi i risultati sono gli stessi? Incuria e danneggiamento doloso o colposo del sito scavato.

Il secondo problema di cui volevo parlarvi è la richiesta, inoltrata più volte alla Soprintendenza, affinché nella vetrina del Museo Archeologico di Cagliari, contenente i reperti di Antigori fosse riportato il nome degli scopritori, se non altro almeno il nome di mio fratello Giulio che, come ho detto è prematuramente mancato al nostro affetto.

Tutto questo non è giusto né da un punto di vista giudirico oltrechè deontologico e morale.

Per fortuna c’è il premio di rinvenimento che la normativa prevede.

Peccato che i tempi siano un po’ lunghi.

Infatti da circa 20 anni aspettiamo ancora una risposta alla richiesta che abbiamo a suo tempo inoltrata al Ministero dei Beni culturali.

In compenso sono diventato Ispettore Onorario della Soprintendenza Archeologica di Cagliari e di Oristano ma che ne me faccio di questo titolo se le mie ripetute segnalazioni e richieste vengono costantemente disattese?

Per fare qualche esempio cito solo alcune delle segnalazioni inviate anche alla stampa:

Nuraghi Antigori, Domu e s’orku e Mereu (Sarroch e Pula)

Sito di Pani Loriga (Santadi)

Tuvixeddu (Cagliari)

Torre IV Regia (Cagliari)

Sito di Mal di Ventre (Cabras)

Necropoli di Putzu Idu (San Vero Milis)

Sito romano di Fornelli (Asinara-Portotorres)

Isola del Toro (Sant’Antioco)

Necropoli di Cornus (Cuglieri)

Pozzo Sacro di Baccalamanza (Capoterra)

Area archeologica di Chia (Domusdemaria)

 

Le foto sono state scattate da Paolo Usai il 2/09/07

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