W gli emarginati e i lavavetri

 

Come spesso accade nel Paese di Bengodi, ovvero l’Italia, dove il diritto da sempre meno certezze, dove la separazione dei poteri è sempre più affievolita, dove i ricchi prendono ai poveri, dove si è forti con i deboli e deboli con i forti, dove il collante massonico e dei poteri deviati riesce a fare tutto quello che non si potrebbe, appare quanto mai singolare che si sia deciso di sferrare un attacco politico prima e mediatico poi, ai "lavavetri".

Anche il Ministro Giuliano Amato ha, di fatto, apprezzato questo "giro di vite" nei confronti dei lavavetri.

Affermando che, sostanzialmente, bisogna partire dal basso per colpire i "grandi".

Discorsi vecchi che non hanno mai portato significativi benefici alla comunità.

Un tempo rammento che "girava nel nostro Paese" questo detto:

L’occasione fa l’uomo ladro e la DC lo fa sindaco!

Oggi sono cambiate le sigle ma la sostanza, mi sembra, che non sia cambiata di molto.

Giorni fa vennero attaccati in varie parti d’Italia gli omosessuali e prima ancora gli zingari, le prostitute, i tossici, i senza tetto, ecc. ecc. Manifestazioni di protesta e di intolleranza che, ciclicamente vengono proposte all’attenzione dell’opinione pubblica da una astuto regista che "orienta" l’attenzione della pubblica opinione.

Tanto chiasso tanto rumore per…non cambiare nulla!

Del resto l’esempio di Firenze è sottogli occhi di tutti.

Da diversi giorni il circo mediatico ha acceso i riflettori su questo angolo di miseria e di degradazione esistenziale.

Per questo molti giornalisti hanno deciso di camuffarsi da "poveracci" per "toccare con mano"il problema.

Molti di loro hanno sentito la necessità di vivere questa esperienza, chi lavando vetri, chi chiedendo l’elemosina, chi persino ostentando uno stato di indigenza, anche se per poche ore.

Essi hanno prodotto dei bellissimi pezzi, anche molto suggestivi e toccanti ma, non mi hanno convinto!

Prima di tutto perché bisogna vedere quanto e se il problema interessi per quello che realmente è, o se altre logiche abbiamo spinto gli intraprendenti colleghi a celarsi sotto false vesti.

L’audience si ottiene anche così! E cosa non si fa’ per questo!!!

Altra cosa sarebbe stato scrivere di queste persone ai margini della società in periodi non sospetti. Io non so quanto questi giornalisti si siano realmente interessati all’argomento prima dei fatti odierni. Mi piacerebbe poterlo verificare. Anche se una certa idea me la sono fatta.

Peraltro molti dicono che questo è un tipo di giornalismo d’inchiesta.

Ma così non è, perché questo tipo di giornalismo comporta sempre un prezzo da pagare. Sempre. Anche con la propria vita.

Vedi Ilaria Alpi, Enzo Baldoni, Giuseppe Fava, Maria Grazia Cutuli, Giuseppe Alfano, Cosimo Cristina, Peppino Impastato, Mauro De Mauro e altri ancora…

In questo caso direi: che rischio si presentava ai nostri intraprendenti colleghi?

Credo nessuno se non quello di essere entrati per poche ore, con un biglietto di rientro pagato, "in un differente mondo" animanto da "sfortunati figuranti", meglio chiamarli essere umani, che vivono ai margini di una società quotidianamente ignorata anche e proprio dai media.

PS In questo contesto appare "normale" non parlare dell’otto settembre del V.Day, non vi pare?

 

 

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