Sogni e speranze tra un Grillo parlante e una Speciale indifferenza
I metodi demagogici, normalmente praticati nel nostro Paese, spesso ci portano a non comprendere cosa accade attorno a noi:
Grilli parlanti, Generali e alti Dirigenti discutibilmente defenestrati, Magistrati messi a tacere, informazione che è sempre più opinione, sfiducia nelle Istituzioni e tristezza dominante"
E per quanto siano in gran parte condivisibili le proteste di Beppe Grillo, non lo sono affatto i contesti.
Penso ad esempio alla risatina ed ai commenti rilasciati ai giornalisti sul piazzale di Palazzo Madama, in palese danno del Capo dello Stato.
Non so’ per voi ma per me questo è vilipendio.
A nessuno può essere permesso di schernire il Capo di uno Stato, sempre che questo non sia un impostore.
Ma si sa, i riflettori mediatici non si accendono per le cose normali.
E a quanto pare schernire le Istituzioni sono in tanti, ad iniziare da Bossi.
E’ un po’ paradossale che un cabarettista riesca a far accendere gli animi di un Paese civile e non un ricercatore, un missionario o un cooperante, un insegnante, o un semplice cittadino o genitore. Questo dovrebbe portare a farci riflettere sul che cosa esprime veramente la nostra società
Ma ritornando alle cose veramente normali che tutti i giorni, nonostante tutto, si verificano in Italia.
Queste realtà, anche molto belle e significative, non fanno audience e non fanno crescere gli indici d’ascolto.
Personalmente penso che tutto questo faccia parte di un piano preordinato dove un regista senza volto, c’impone la sua trama per farci interpretare l’unico dei possibili film in cui siamo veramente protagonisti, ovvero "la nostra vita".
In realtà la tristezza nella quale ci troviamo, ampiamente descritta e trattata dai periodici americani che, peraltro, ben farebbero a mio modesto avviso a pensare alla loro inadeguata supponenza da "sceriffi del pianeta", è data dal fatto che forse non siamo più capaci neppure di sognare.
Il contingente quotidiano, sempre più precario e sofferto, anche da coloro che hanno avuto la fortuna di avere un reddito fisso, ci soffoca le speranze e la fiducia ed erode persino l’autostima in noi stessi, perché incapaci di produrre un sufficiente reddito per se e per il nucleo familiare di riferimento.
Figuriamoci come vivono coloro che sono pensionati, disoccupati, precari o che vivono cercando di aggrapparsi all’ennesime "liane istituzionali", le "short list" che oramai troviamo un po’ dappertutto anche nella Pubblica amministrazione.
Pensate a come vivono migliaia di giovani che nonostante siano in possesso di specifici titoli di studio (valori per la società che dovrebbe essere) si vedono costretti ad ambire a partecipare alla lotteria della"Isola dei famosi o ad Amici di Maria", (valori per la società che è) per veder coronati (forse!)i loro sogni.
Ieri mattina parlavo con una ragazza che lavora in un bar di Cagliari.
Ed avendo notato la sua presenza dietro il banco anche la sera del giorno prima, le ho rivolto una scherzosa battuta:
"Ma lei ha dormito qui?"
Con un velato sorriso mi rispose dicendo:
" Fra un po’ con i turni di lavoro che mi ritrovo, sarà proprio così! E poi, le sembra giusto che una diplomata sia pagata allo stesso modo di un’altra ragazza che ha le III media? ".
Quanto detto mi ha fatto pensare a tante cose…
Ma se è pur vero che in assoluto un diplomato mangia come un disoccupato, come un laureato o un pensionato, oggi che stimoli si possono dare a coloro (sempre meno per la verità!) che vogliono portare a compimento i propri studi?
Posto che il diploma non basta più, la laurea non basta più, il master o la specializzazione non basta più e fors’anche l’accozzo non basta più?
Forse questa società con la scusa di farci iperspecializzare e di sollevare i livelli di conoscenza, competenza e di capacità, ci porta a farci credere quello che non è. Ovvero la società italiana non si basa sulla conoscenza, ma sulle opportunità che la politica crea. Punto.
La meritocrazia tanto evocata da tutti, di fatto non esiste, perché sempre più sconfitta "dall’amico di turno" e "dall’ideologizzazione dei bisogni" che prima di essere di destra o sinistra sono endemici all’uomo.
Peraltro cambia il modo di concepire le risposte.
Infatti oggi le risposte date dal sistema sono differenti a seconda della maggiore o minore demagogia utilizzata.
Con una chiosa si potrebbe concludere la riflessione affermando:
"Un tempo, in tempi ben più difficili, il sistema ci dava "panem et circenses" oggi, forse, neppure questo!
Perché si vive navigando a vista dove il giorno superato è, per un sempre crescente numero di persone, una vera conquista.
Auguri a tutti!