Tuvixeddu: direzione obbligata?


 

 

Forse non tutti sanno che a Cagliari, nel quartiere di Sant’Avendrace insiste la più estesa necropoli fenicio punica de Mediterraneo. Da circa 11 anni tutta l’area è stata chiusa al pubblico per via di interminabili contenziosi e incredibili vicende. In verità tutta l’area è zona archeologica e non si comprende come mai i vincoli della Regione riguardino solo un parte dell’area e per essere più precisi quelli dove l’impresa Cualbu sta operando. Nell’altra, in quella esclusa, che si affaccia proprio sulla laguna di Cagliari e che fa capo all’immobiliare di Zoncheddu, si stanno costruendo palazzi residenziali (attività che a Cagliari vengono chiamate "Operazioni di recupero" di zone degradate), nonostante proprio in questa area insista un tempio punico chiamato "Tophet", l’unico di Cagliari, scavato negli anni ’60 dall’accademico dei Lincei G. Lilliu, vi siano i resti della città mediovelae (definita in Sardegna era giudicale) di Santa Igia nonchè la laguna di Santa Gilla, già sito di interesse Comunitario (ITB0000023), tutelato anche dalla Convenzione di RAMSAR. Vi sembra possibile che nel 2007 accadano ancora queste cose? Al riguardo mi domando, perchè nessuno dice nulla? Perchè i nostri personaggi della cultura stanno zitti e non fanno sentire il proprio disaccordo.

Da quanto vedo, mi sembra che anche il Prof. Casula, nonostante quanto detto e fatto in merito alla città giudicale di Santa Igia, così come la dott.ssa Fois, abbiano messo i remi in barca. E allora…continuiamo a lasciar fare?

 

Nella foto: lavori in corso (di recupero…) a San Paolo

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