Piani e strategie per Cagliari pensando alla Sardegna

 

 

Da tempo si parla di piani, strategie e progetti per il futuro di Cagliari e, più in generale, della Sardegna.

Peraltro, mentre si discute con convinzione di "scenari possibili" e si cercano di declinare forme di democrazia "dal basso" (partecipata e condivisa) si continua, "dall’alto", a costruire e ignorare, deturpando con danni irreversibili le risorse storico archeologiche e naturalistico ambientali che il nostro territorio ancora possiede, con l’avvallo di molti amministratori, di destra e di sinistra,.

 

Giusto per restare a Cagliari, nel corso dei tanti dibattiti a cui ho partecipato, ho avuto modo di farmi una idea.

La "borghesia illuminata" che caratterizzerebbe il tessuto socio economico di Cagliari, di cui parlava il Dott. Paolo Palomba, mi sembra più commerciale e commerciante, che altro.

A mio modesto avviso di "luce vera" se ne vede davvero poca!

Nel senso che determinati valori o li possiedi e gli alimenti, oppure non ce l’hai.

 

Certo il commercio è importante per la nostra società di consumi.

Però, poniamo un limite, perché ci sono delle cose sulle quali non si può, nè si deve tentare di commerciare.

Penso alla dignità umana, alla consapevolezza, alla qualità della vita, al diritto di appartenenza e di scelta.

Nel senso che certe cose non si possono scambiare, acquistare a città mercato o in via Manno, giusto per fare qualche esempio, neppure in tempo di saldi…

Allora, cosa dire?

A me sembra che, oggi, i reali voleri dei cittadini siano sacrificati sull’altare della "disinformazione" e dello "sviluppo relativo".

 

"Disinformazione", perché la tempistica, le tecniche e i linguaggi della comunicazione, specialmente quella ufficiale e/o pubblica sono spesso, anche volutamente, incomprensibili ai più.

Forse questa tipologia di comunicazione si è sviluppata troppo in fretta, bruciando i tempi di comprensione e della  naturale assimilazione "collettiva".

Quanto allo "sviluppo relativo", esso è "relativo" sempre a qualcuno o a qualcosa, salvo poi, cercare di creare " ad hoc", tutt’attorno a queste iniziative immobiliari, un alone di "beneficio generale" che esalta la funzione del recupero di aree degradate, sottratte da tempo immemorabile alla fruizione collettiva.

"Recupero" che spesso nel linguaggio tecnico, significa semplicemente "lottizzazione di aree e fabbricati".

Infatti, a ben guardare, tutti gli odierni blasonati costruttori, non fanno altro che "Recuperare aree dismesse e abbandonate", come si legge nei tanti cartelli apposti nelle recinzioni dei cantieri, conteneti i riferimenti di legge.

In tale ocontesto, si sarebbe anche portati a credere che le società a cui gli stessi costruttori fanno riferimento, non siano delle SPA, SRL, ATI, ma semplici Organizzazioni di Utilità Sociale, quasi in procinto d’iscriversi nel Registro Generale del Volontariato.

 

Ma, stando così le cose, che sviluppo potrà esserci?

 

Quello che cancella le tracce della memoria e che poi è ipocritamente capace di pubblicarne i "toccanti ricordi", i "segni della memoria" con collane di libri, presentazioni in Power Point o DVD plurilingue?

Quello che sacrifica la qualità della vita a vantaggio di pochi fortunati, come coloro che si potranno permettere l’acquisto di un appartamento "elitario" con vista sulla laguna e volo di fenicotteri, costruito proprio sulle testimonianze dell’antica città punica e vicinanze della città giudicale di Santa Igia?

Quello che vuole i monumenti aperti una volta l’anno?

Quello che vuole i tour di Cagliari sull’elicottero o che organizza regate internazionali nella "Città del mare" o nel "Capoluogo del Mediterraneo", senza prima preoccuparsi di spiegare ai giovani residenti cosa sia il mare, il Mediterraneo, le sue risorse e la sua cultura?

 

Peccato, però, a ben guardare la vista sul golfo è deturpata dalla Saras.

Ma chissà forse si riuscirà persino a farla spostare, in forza del "danno estetico", visto che anche a "loro", questo faraonico stabilimento petrolchimico, sta iniziando a dare fastidio.

Che strano, da qualche giorno, proprio fra coloro che non avevano mai detto nulla al riguardo, e che anzi, anni prima, erano favorevoli alla presenza di queste industrie in Sardegna, per garantire occupazione e sviluppo, s’inizia persino a dire che "…in certi giorni l’aria e davvero irrespirabile!"

 

Evviva, quindi i nuovi ambientalisti, che seppur fautori dello "sviluppo relativo", salveranno la città di Cagliari e fors’anche la Sardegna dal generale declino, con buona pace per quelli che verranno…

 

Roberto Copparoni

Presidente Associazione Amici di Sardegna ONLUS

 

Nella foto: Lavori in corso-azioni di "recupero" a Campo Scipione/Via San Paolo

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