Tuvixeddu: mettiamo la parola fine!

 

 

 

In relazione all’intervento di Antonello Gregorini ieri pubblicato ne"L’Unione Sarda", sottoscrivo integralmente quanto detto e aggiungo che, ora più che mai, non abbiamo bisogno di prove di forza, ma di semplice buon senso.

Come noto, da anni, gli "Amici di Sardegna", il "Forum", il "Gruppo Cavità Cagliaritane" e numerosi cittadini hanno costitutito il Comitato spontaneo "Tuvixeddu Wive", sono impegnati sul tema della valorizzazione della cultura e migliore fruizione collettiva delle sue molteplici risorse e, in particolare, nella salvaguardia funzionale del compendio archeologico ambientale di Tuvixeddu.

In questa importante area archeologica, stando così le cose, fra non molto, l’impresa Cocco, dove insiste il cantiere edile di viale Sant’Avendrace posto in prossimità di numerose tombe romane, procederà nei lavori di costruzione di una palazzina e tutto sarà irrimediabilmente compromesso. Allora si che avrebbe senso parlare di "tombe condominiali!"; come è peraltro accaduto per le tombe paleocristiane di Via Bottego, dove una recente costruzione ha, di fatto, escluso decine di tombe dalla pubblica fruizione e, per alcune di esse, ha comportato la loro totale rimozione.

E non si venga a dire che nessuno sapeva niente!

Si attivino dunque, nel più breve tempo possibile, le procedure di esproprio previste per legge e si inizi a pensare al nuovo accesso all’area archeologica di Tuvixeddu, proprio da Viale Sant’Avendrace.

Questa potrebbe essere una occasione irripetibile anche per rivedere la viabilità e la mobilità di questa "vera arteria" storica di Cagliari.

Parimenti si esproprino i locali posti ai lati della grotta della vipera, già tombe romane, oggi adibite a garages e officine, nonchè sopra della stessa dove insistono opere edilizie (realizzate anche di recente, peraltro ignorando in forza di quale autorizzazione edilizia!) che pregiudicano la stessa integrità del monumento, peraltro di per se assai precaria per via della presenza di numerose filatura nella roccia calcarea.

Dunque, facciamo in modo che la collettività si riappropri della sua identità e ritrovi atteggiamenti più consoni e coerenti rispetto ai molteplici programmi di sviluppo sostenibile e partecipato che da più parti vengono proposti e ventilati con sempre maggior forza.

Iniziamo con queste piccole cose a ridisegnare il futuro della nostra città per suggelare quel "nuovo corso" tanto proclamato, nei rapporti che intercorrono fra l’identità della città e il suo futuro sostenibile sviluppo.

Pensando anche a far acquisire all’intero quartiere di Sant’Avendrace e al vicino compendio lagunare di Santa Gilla quella centralità storico-culturale ed ambientale che merita e che troppo spesso amministratori poco lungimiranti, di ogni colore, non hanno mai voluto vedere.

 

Roberto Copparoni

Comitato Tuvixeddu Wive

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