La decisione adottata dalla Regione su Tuvixeddu rappresenta forse un altro problema non solo per la città di Cagliari ma per tutta la Regione.
Ovvero "la vittoria di Pirro" fra esposti e carte bollate.
L’Associazione Amici di Sardegna che ha contribuito alla nascita del Comitato Tuvixeddu Wive e sprime forti perplessità e riserve in merito alla decisone della Giunta regionale di decretare per l’area dei Colli di Tuvixeddu-Tuvumannu una "zona di notevole interesse pubblico paesaggistico". Infatti, nel merito si osserva ed eccepisce quanto segue, così come già a suo tempo venne rilevato anche su questo quotidiano:
– 1 Non risulta essere affatto universalmente accolta l’interpretazione riportata nella premessa delle osservazioni della Commissione sul Paesaggio, secondo la quale:
"l’evoluzione del concetto di tutela del patrimonio culturale e ambientale ha visto, in ambito nazionale e comunitario ma anche locale, una progressiva accellerazione in senso sempre più conservativo".
A supporto di quanto esposto si citano le numerose iniziative realizzate in europa e nel resto del mondo con il progetto Herity patrocinato dalla UE e dall’UNESCO. Fra l’altro ricordo che nel dicembre del 1999 si tenne, proprio a Cagliari presso il Palazzo Regio, una sessione di lavori del Progetto Herity a cui parteciparono alcuni esperti, anche locali, fra cui lo scrivente, con delle relazioni tecnico scientifiche sul tema della salvaguardia, fruizione e valorizzazione dei beni storico archeologici, paesaggistici e naturalistico ambientali.
Tra l’altro non risulta che fra gli intervenuti di "allora" ci fosse qualche esperto facente parte dell’odierna Commissione.
– 2 Le osservazioni svolte afferiscono nella massima parte a considerazioni tratte dalla letteratura degli studi su Tuvixeddu o a generiche valutazioni di tipo tecnico storico archeologiche più che paesaggistiche come il documento avrebbe richiesto e così come peraltro enunciato in premessa alla disciplina di tutela dell’area di Tuvixeddu – Tuvumannu – Is Mirrionis pubblicata con decorrenza 26/02/07.
– 3 Non si comprende perché i vincoli di "massima tutela" (zona 1) non siano stati estesi anche nel territorio ricompreso nell’area posta ad ovest della zona di tutela 2, visto che su di essa insistono significative e consistenti presenze d’insediamenti archeologici di varie epoche (fenicio punica, romana, giudicale) e nell’area settentrionale della laguna di Santa Gilla, rilevato che in diverse zone della laguna (ricadenti fra Cagliari ed Elmas) a circa un metro di profondità sono state rinvenute centinaia di anfore, maschere votive e materiale ceramico di uso comune databile fra il III a C. e II secolo d. C. e in parte conservate presso il Museo della Laguna "Ecomuseo di Santa Gilla" presso lo stabulario del Consorzio ittico.
Vale solo il caso di ricordare che l’antico perimetro della città giudicale di Santa Igia ricade quasi per intero all’interno dell’area, recentemente in parte edificata proprio dalla RAS e da privati, compresa fra la Via Campo Scipione, Via San Simone, Via San Paolo, Via Po, Via Santa Gilla, Viale Trieste (in particolare nell’area posta frontalmente a poche decine di metri dalla Chiesa giudicale di San Pietro dei Pescatori, di fronte alla sede della RAS Assessorato del Turismo).
Perché tale vincolo non è stato esteso anche a questa parte dell’area, nonostante avessimo segnalato da anni la presenza di numerosi siti archeologici?
Si fanno due pesi e due misure?
– 4 Rebus sci stantibus, non si comprende quale utilità abbia il cavalcavia realizzato in pochi giorni dietro via Santa Gilla e posto frontalemente all’uscita del Canyon alle spalle della ex cementeria, visto che allo stato delle cose nessuna strada potrà transitare dentro l’area di Tuvixeddu e collegare via Is Maglias con la strada a 4 corsie che costeggia la laguna di Santa Gilla.
-5 La Regione, al momento, non ci "regala" nulla, semmai ci dona una "cambiale in protesto" . o meglio "una spada di Damocle sulla testa" stante il contenzioso in atto che, allo stato, non appare per nulla scontato a favore della Regione e il cui eventuale risarcimento che sarà determinato dovrà essere inevitabilmente pagato da tutti noi contribuenti, buona parte dei quali per nulla favorevoli all’impostazione data, fin dall’inizio, a tutta la vicenda.
Questi soldi non sarebbe meglio utilizzarli per fare altro?
-6 A corollario di quanto esposto non comprendiamo la fondatezza giuridica dell’assunto "le ragioni del vincolo proposto prevalgano – nell’interesse pubblico – sui contenuti del Pia previsto dalla precedente Giunta. Il Pia dovrà essere rimodulato in coerenza con le prescrizioni del nuovo vincolo" che, di fatto, se venisse accolto dai Magistrati, minerebbe l’essenza e la certezza stessa del diritto, nonchè la irretroattività della norma di legge la cui sentenza, se favorevole alla Regione, comporterà in ogni caso, un indennizzo equo pari a milioni di euro a favore della controparte.
Infine non condividiamo l’euforia di altre Associazioni che esaltano l’applicazione di una normativa che recepisce una visione paesaggistica limitata, romantica e museale di un’Area vasta che, da anni, a pieno titolo, avrebbe dovuto essere inserita fra i "Monumenti Unesco" per innestare nella "Cagliari città turistica" quel fatidico volano di sviluppo autosostenibile ed integrato che, con il senno di poi, forse non si vuole.
Ma questo è un altro discorso…
Prof. Roberto Copparoni
Presidente degli Amici di Sardegna – Comitato Tuvixeddu Wive