Un nuovo stile di vita

Un nuovo stile di vita.

Più che doveroso… necessario più che mai!

 

Il futuro dell’umanità è sempre più, inscindibilmente legato, all’ambiente e alla qualità della vita.

Constatata la oggettiva difficoltà che, per varie ragioni, i Governi hanno nell’incidere in modo significativo su questi temi, anche perché spesso legati ai cosiddetti potentati, si rende necessario che anche il singolo, i nuclei familiari, le associazioni e tutte le formazioni sociali si mobilitino per attuare dei piccoli ma incisivi mutamenti dei nostri comportamenti quotidiani.

Questo non per fare i taccagni o i parsimoniosi, ma per dare sobrietà al nostro vivere e garantire la migliore vita possibile per coloro che verranno.

Il consumismo, lo spreco, l’egocentrismo, il saccheggio delle energie non rinnovabili, l’eccessiva produzione di rifiuti sono la causa dei nostri problemi.

Certo cambiare abitudini di vita è difficile e fa paura anche perché il disinquinamento mentale e comportamentale è forse il più difficile da attuare perché è individuale, porta a riflettere e riflettere costa fatica e la fatica destabilizza…

A fronte di questa crescita di bisogni si pone la sempre maggiore diminuzione delle risorse disponibili, soprattutto di tipo energetico.

Occorre ridiscutere lo scenario della crescita e sviluppo futuro e soprattutto intenderci su cosa si vuole intendere con queste parole.

Se sviluppo significa aumento del fatturato, del Prodotto Interno Lordo, accumulazione di beni merce con conseguente decrescita dell’occupazione e aumento delle emissioni inquinanti che sviluppo può esservi?

"La scomoda verità" di cui ci ha parlato Al Gore con il film-documentario diretto da Davis Guggenheim, non è che solo una parte del problema…

Le statistiche di questi anni ci dicono delle cose molto preoccupanti in tal senso.

Giusto per fare qualche riferimento…fra gli anni ’60 e gli anni 2000 la popolazione italiana è aumentata di circa 15 milioni di abitanti e l’aumento del PIL non ha comportato, un proporzionale aumento dell’occupazione, tantomento una migliore qualità di vita, anzi…

Peraltro, il problema non deve essere visto in ottica locale ma mondiale e se ci affacciamo nel resto del mondo le cose non vanno di certo meglio perché…

I Paesi ricchi di cui l’Italia fa, paradossalmente, parte occupano una superficie terrestre pari al 33%, con una popolazione del 37% che consuma quasi il 90% delle risorse. Gli altri Paesi occupano il 67% della superficie terrestre, con il 63% di popolazione complessiva che consuma solamente il 13%.

Inoltre teniamo presente che fra i Paesi ricchi fanno la parte da leone gli Stati Uniti d’America che, nonostante abbiano una popolazione di poco superiore al 5% della popolazione mondiale, è quella che più di altre consuma energia e risorse impoverendo sensibilmente la biosfera, altri, invece come l’Italia fungono da Cenerentola…

E’ forse questo lo sviluppo di cui molti parlano?

Altre considerazioni di ordine etico impongono di riflettere sull’inevitabilità di cambiamenti che, mentre ieri erano solo auspicabili, oggi sono diventati dei veri imperativi.

Oggi siamo obbligati a cambiare costumi di vita.

Con questo non si vuole prospettare una vita di sofferenze e privazioni, o un salto nelle abitudini del passato, ma di semplice  adozione di strategie e misure per elevare al qualità e la durata della nostra esistenza.

Alex Langer afferma: "Ad una visione del mondo incentrata su un’idea di sviluppo fatta di mercificazione, competitività e crescita vogliamo opporre un’alternativa rovesciando il motto olimpico: più lentamente, più in profondità, con più dolcezza. Oggi occorre parlare di "decrescita felice" come afferma Maurizio Pallante e slegare la nostra qualità di esistenza a parametri meramente economici che non tengono conto dei gravi danni che una scellerata produzione causa alla biosfera, ovvero alla terra, all’acqua e all’aria e a tutte le forme di vita.

Se ci limiteremo ad analizzare i PIL delle varie nazioni, scopriremo che fra 10 anni la Cina avrà centuplicato il suo PIL e fors’anche i suoi abitanti, che solo oggi superano il miliardo e 300 milioni.

Per combattere questo problema esporteremo un’altra volta la democrazia con la guerra, come ha più volte affermato Giulio Chiesa?

Le sorti del nostro pianeta appartengono a tutti, perché "tutti siamo legati gli uni agli altri", come ha ben affermato Giancarlo Nobile.

Pertanto, iniziamo da adesso a rendere sostenibile la nostra esistenza con dei piccoli, semplici gesti di quotidiano rispetto e non solo nella… attuale, pacata dialettica politica sempre più pratica e utilitaristica e meno programmatica rispetto alla "decrescita felice" e alle opportunità per coloro che verranno.

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