Una canzone di Fabrizio de Andrè diceva:
Dai diamanti non nasce niente…dalla merda nascono i fiori.
Questa frase potrebbe ben riferirsi all’attuale momento in cui si trova il partito dei Verdi.
In altri termini c’à tanta voglia di ripartire, di fare politica vera, come direbbe il caro Alex Langer "Fare quello che è giusto".
In altre parole fare quello di cui la gente ha realmente bisogno.
Peraltro, il momento appare propizio. Infatti dopo la disfatta delle politiche non c’è più nulla da dividere e spartire, se non cumuli di macerie…
Ora si che si può fare della sana politica!
Infatti, come è noto, in periodo di "vacche magre" conseguente alla sconfitta elettorale, molti iscritti e dirigenti dei partiti cercano altri lidi e vanno alla conquista di nuove ambiziose mete, magari indossando altre casacche.
Il recente congresso di Roma, dove si sono riuniti i referenti e i delegati locali dei Verdi, preso atto del fallimento della coalizione La sinistra-L’arcobaleno, ha deciso di fissare per i primi di luglio il Congresso nazionale che affronterà non solo problemi di tipo statutario ma, soprattutto si confronteranno tutte le mozioni politiche che determineranno l’indirizzo dei Verdi nei prossimi anni.
Dopo le dimissioni del direttivo guidato da Alfonso Pecoraro Scanio, si è deciso di affidare questa fase di passaggio ad un gruppo di 12 saggi che, eletti rispettivamente 4 per il Nord, 4 per il centro e 4 per il sud, traghetteranno il partito fino al prossimo congresso nazionale di luglio.
Nel corso dei lavori sono emerse due sostanziali linee politiche. La prima riconducibile a Marco Boato vorrebbe che il partito uscisse da una sorta di sudditanza e dipendenza dalla sinistra e si posizionasse quasi in una ottica di terzietà nei confronti dei trazionali partiti politici. Nel senso che l’ambiente non può essere nè deve appartenere a questo o quel partito, ma di tutti.
Pertanto i Verdi si devono attrezzare per dialogare con tutti, senza preclusioni di sorta.
La seconda linea è di discontinuità nei confronti della Sinistra Arcobaleno e di un possibile dialogo con il PD su basi di assoluta autonomia, senza aperture di alcun genere verso i partiti della destra.
In entrambi i casi, comunque, si è manifestata la volontà di non rinunciare al simbolo dei verdi allo scopo di dare forza e visibilità alla missione che i Verdi si pongono, ovvero:
"Non cambiare il mondo ma rendere migliore il presente"
Su questa base ben si inseriscono principi fondanti quali:
"L’ambiente è il mondo vitale del nostro pianeta, il sistema di relazioni fisiche immateriali che lega tra loro gli umani, le altre specie animali, la natura, le cose.
– Occorre pertanto assumersi la tutela dell’ecosistema come ragione della propria identità, fondamento del proprio programma e della propria crescita culturale che ispira la propria azione anche istituzionale ai principi dell’ecologia della politica, della trasparenza e della legalità.
– Vedere nella crescita economica, imperniata sullo sfruttamento più intenso ed esteso della natura e del lavoro umano, la causa originaria dello stato di degrado del nostro pianeta, della condizione alienata ed inquinata in cui versano i paesi industrializzati e i loro abitanti, del sottosviluppo crudele e desolante in cui si trovano i tre quarti dell’umanità. Questa crescita cieca, squilibrata ed iniqua è la radice dell’oppressione sociale di milioni di persone, spossessate del controllo sul proprio lavoro e sul proprio destino, ed è uno dei fondamenti della subordinazione di chi è più debole, del diverso, dello straniero.
– Ritenere che le grandi migrazioni e il riprodursi di conflitti locali e di guerre regionali abbiano la loro radice nel crescente divario tra Nord sviluppato e Sud depresso, tra aree ricche e aree povere, tra coloro che hanno delle opportunità e chi non le possiede, tra mondi dell’opulenza e mondi della miseria.
– Rifiutare ogni forma di razzismo e discriminazione. L’eterogeneità, il pluralismo, la differenza – non meno che la relazione, l’unità, la solidarietà tra specie e persone – sono la fonte della ricchezza e dell’evoluzioni naturali e sociali, cioè della vita stessa esistenza.
– Ispirare l’azione politica a questi principi e affidare a forme organizzative che valorizzino la cooperazione e la mutua solidarietà, l’impegno ad operare a favore del rafforzamento dell’ONU, di altri organismi sovranazionali e la scelta della nonviolenza, la critica della gerarchia verticistica e della divisione burocratica dei ruoli, la piena coerenza tra i mezzi e i metodi utilizzati e le finalità e gli obiettivi perseguiti; rifiutare la guerra sotto tutti i punti di vista anche come possibile strumento di pace, perché la democrazia non la si impone, soprattutto all’estero.
– Valorizzare questa ricchezza animata da un insopprimibile bisogno di libertà, di giustizia, di innovazione, creatività e di equità e credere nei principi fondamentali della democrazia e di tutte le libertà civili, politiche e religiose.
– Adoperarsi per la salvaguardia e in difesa dei diritti degli altri animali e fa propria la dichiarazione universale dei diritti degli animali approvata dall’UNESCO il 15/10/78.
– Riconoscere il valore e la ricchezza di genere e promuove l’effettiva rappresentanza di donne e uomini ad ogni livello organizzativo ed elettivo, riconoscendo il valore e la ricchezza della differenza di orientamento sessuale e di identità di genere all’interno del partito dei Verdi, così come nella società, e ritenendo cardine dello sviluppo di una piena coscienza ecologista la valorizzazione della differenza in ogni sede di elaborazione e decisione.
– Impegnarsi per l’unità politica dell’Europa delle etnie, sulla base del federalismo democratico e del principio di sussidiarietà".
– Avere il coraggio di sognare…
Vilma Cirina
Roberto Copparoni
Verdi di Cagliari