Fra parchi, aree marine, zone protette, business e…disoccupazione

 

  

La Sardegna è una fra le regioni d’Italia con il maggior numero di territori "vincolati".

Ben venga tutto ciò se questo servisse realmente a qualcosa e se le comunità locali ne avessero dei benefici diretti, indiretti o indotti e soprattutto legati alla creazione di "sana e duratura" occupazione dei residenti.

 

Ma così non è!

 

In tutta la Sardegna si raccolgono cori di proteste, non tanto o non solo dai costruttori per le oggettive limitazioni che questi vincoli comportano (vincoli che non valgono per tuti i costruttori, però!), specie per i residenti,  ma soprattutto per il tipo di salvaguardia realizzata in queste aree.

Da noi sembra che accada proprio questo, vedasi ad esempio la "querelle" del Parco del Gennargentu

In altre parole: non basta fare un parco per dire che l’area è tutelata.

 

Prima si sarebbe dovuto provvedere a sensibilizzare le popolazioni interessate e poi bonificare i territori.

Così non è stato per la laguna di Santa Gilla, per l’area marina di Mal di Ventre, per Tavolara ecc.

Per esempio presso l’area di Santa Gilla in località Maramura-Pontile sono in corso dei lavori per bonificare e contenere il terreno inquinato da diossina (tetraclorodibenzo) al fine di evitare il possibile contatto con il vicino mare.

Per la verità molti terreni del Consorzio industriale dati in concessione a privati sono stati ripuliti con estrema facilità dagli stessi concessionari e a poco costo, realizzando semplicemente delle profonde buche nelle quali sono state riposte centinaia di quintali di rifiuti di ogni genere per essere poi ricoperte con cura al fine di occultarle alla vista.

A Mal di Ventre vi sono ancora i resti dei bombardamenti effettuati nel corso di esercitazioni militari, io stesso 10 anni fa ho rinvenuto la camicia di un razzo di fabbricazione francese e consegnato ai carabinieri. Inoltre vi sono sparsi un po’dappertutto centinaia di cartucce. Inoltre l’isola da anni viene saccheggiata da ricercatori di tesori e da vandali che distruggono piccoli capolavori di roccia granitica presenti un po’ in tutta l’isola, spesso di forma bizzarra, come la "roccia dei fidanzatini"che alcuni anni fa venne decapitata.

Altro problema è quello legato alla carenza di acqua. Sull’isola esiste una piccola falda occorre nettare i bacini imbriferi alimentati anche dall’acqua piovana e rimuovere le stratificazioni di rifiuti presenti e accumulatesi nei rispettivi fondi.

A Tavolara oltre che a organizzare delle rassegne estive di cinematografia ci si dovrebbe preoccupare di non depositare le buste di rifiuti dentro le fornaci, cercando di occultarle e di non tollerare alcune creative ristrutturazioni di fatiscenti immobili, recentemente realizzate.

Così non è stato per l’area di Tuvixeddu a Sant’Avendrace, dove si fanno 2 pesi e due misure, dove si bloccano i lavori solo da un parte e si fa costruire dall’altra. Si blocca Cualbu e si da il via libera a Zoncheddu.

Ma di queste cose se ne potrebbe parlare per giorni.

Quindi il problema non è solo quello di porre vincoli, ma di come gestire e migliorare la qualità dell’habitat di questi territori.

Infatti, oggi, tante aree, pur essendo formalmente protette, sono costantemente aggredite dalla presenza antropica, presenza indiscriminata che non si rapporta a questi territori con la dovuta consapevolezza e attenzione e che spesso non adotta comportamenti responsabili che sarebbe naturale adottare in questi luoghi.

Pertanto anche se si continuano a elargire bandierine e stellette lo stato delle cose non cambia e poi, vogliamo iniziare a spezzare il circolo vizioso fatto di durature, reciproche e vicendevoli "concessioni", che si instaura fra i premiati e i premiandi di queste iniziative?.

Solo quando avremo capito questo potrà esserci una reale e "disinteressata" azione di educazione ambientale nonchè di funzionale offerta di servizi per coloro che vogliono conoscere e visitare questi territori e viverli per davvero….anche senza bandierine e autoreferenziali golette. 

Roberto Copparoni

 

Nelle foto, scattate il giorno 11/08, possiamo notare i lavori in corso al pontile di Macchiareddu e una nota simpatica aggiunta al cartello stradale, ovvero, Progetto Life Natura, Posto di osservazione (con villette sulla laguna!)

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