La recente vicenda riferita alla chiusura del sentiero che da Calamosca porta alla Sella del Diavolo, infelicemente disposta dal giovane Sindaco di Cagliari Massimo Zedda, e ancor oggi non revocata, ha dato l’opportunità di evidenziare alcuni degli storici mali del vivere gli ambienti e i territori della Sardegna. Ovvero la difficoltà di un “sentire comune” fra i cittadini, causata anche dalla esigenza di alcuni soggetti di porsi in ottica individualistica e di asservire gli spazi e gli ambienti circostanti a proprio uso e consumo.
Infatti nella nostra regione il rispetto e l’uso responsabile dell’ambiente, sia esso naturale che umano, non è molto diffuso e praticato. Tale negativo atteggiamento è causato da una serie di problemi determinati anche in buona parte dalla carenza di corretta e funzionale comunicazione ambientale. Da noi vi è la concezione che il bene pubblico, proprio perchè è di tutti, spesso privo di tutela e con costa nulla, si può danneggiare o deturpare oppure lo si considera come espressione di un “uso civico privato” per perpetrarne abusi. Spesso si parla di ambiente solo a causa di denunce o esposti, manifestazioni di protesta o sit in che più che far avvicinare, allontanano le parti in causa. In altre parole ci si preoccupa di generare consenso dopo che il fatto si è verificato. Oppure si ci ostina a contrapporre il lavoro e il benessere economico alla qualità della vita, in tutte le sue componenti. In realtà la conoscenza e il rispetto di questi valori dovrebbero essere correttamente proposti, comunicati e diffusi anzitempo…Come fatto naturale, appunto. Magari iniziando fin dalla scuola materna…per accompagnare tutta la scolarizzazione dei giovani. E poi si dovrebbero sviluppare delle frequenti occasioni di contatto e di confronto fra i cittadini e i territori di appartenenza. Proprio come da decenni facciamo noi dell’Associazione di volontariato Amici di Sardegna. Nel corso di oltre venti anni abbiamo aperto la collaborazione con tante altre organizzazioni e fra queste, il CSV Sardegna Solidale, Amministrazioni locali , Province, Regione, Unione Europea, Università, Istituti scolastici di ogni ordine e grado organizzazione del III settore come il Centro Servizi Ambiente Sardegna, Amici della Laguna, Aloe Felice, Gruppo cavità cagliaritane, Ambiente Sardegna, Centro amico e altri ancora…e questo al solo scopo istituzionale di generare conoscenza e condivisione, sensibilità comuni e diffuse e, sopratutto determinare o consolidare, consapevolezza, positività e rispetto per l’ambiente.
Secondo il mio personale punto di vista, fino a quando non si imparerà a comunicare in modo corretto l’ambiente e trasmettere valori formativi e sostanziali, non si migliorerà di molto la situazione.
E poi, nel nostro DNA di sardi vi è questo fottutissimo senso di gelosia e di invidia verso coloro che fanno bene e per questo anziché apprezzare ed emulare, spesso si getta fango e si tende a distrruggerre o ridicolizzare la controparte, che poi non è neppure tale, perchè tutti convergiamo verso il medesimo obiettivo come sardi cittadini del mondo! In altre parolo credo che se in Sardegna ci fosse meno protagonismo e più vero ambientaismo le cose migliorerebbero assai presto. Troppo spesso assistiamo impotenti a manifestazioni di ambientalismo che altro non sono che un uso deviato della politica. Penso alla terrificante vicenda di Tuvixeddu, la più importante necropoli fenico punica del mondo; alla laguna di Santa Gilla Sito di interesse comunitario che sta divenando una discarica a cielo aperto; alla città giudicale di Santa Igia, dimenticata dai suoi discendenti, nel fango e nel cemento della zona di San Paolo.
Nel frattempo le più blasonate associazioni se la cantano e se la suonano alla faccia della reale salvaguardia del nostro patrimonio storico ambientale e del benessere della collettività pur di ottenere finanziamenti, rendite di posizione e quant’altro. Questa è pura autoreferenzialità che alla lunga non paga nessuno se non per gli addetti ai lavori che ci campano sopra o per i politici che ne ottengono voti di scambio.
Per questo chiedo di superare le divergenze e lavorare per il medesimo obiettivo: far bene alla Sardegna, comunque e dovunque.