Cari amici anche se a volte non parliamo la stessa lingua o perchè talvolta cerchiamo persino di non capirci…, ci accomuna l’amore per la nostra terra e il desiderio di un riscatto del nostro popolo. Io non so cosa domani accadrà. Perchè siamo tutti come dei piccoli e coraggiosi partigiani, spesso lontani e divisi che lottano con gli strumenti che hanno per il “bene comune”. Però oggi voglio dire che vi stimo non fosse altro per la coerenza e l’impegno che è presente in tutti voi, perchè sento che siete in buona fede e il sentimento provato è ampiamente condiviso anche esso è talmente forte che talvolta ci annebbia e ci offusca la mente e ci fa perdere il senso della ragione perché la passione ha ragioni che …la ragione non ha. Per questo rivolgo a tutti un invito, per primo a me stesso, ad agire con consapevole e ferma ragionevolezza per far emergere nelle sedi e con gli strumenti più opportuni le nostre sacrosante ragioni di legittima protesta verso uno Stato che tanto prende e poco da (da ogni punto di vista) e che intacca quotidiamanete la nostra sovranità aggredendo i nostri spazi e la qualità della nostra vita, saccheggiando le risorse e alterando l’ambiente della nostra Sardegna. Smettiamola dunque di parlarci sopra e con detereminazione portiamo la nostra protesta nei luoghi più alti della politica segnalando e imponendo allo Stato, nel breve periodo, una ridefinizione dei nostri rapporti (Attraverso l’istituzione delle zone franche, del riconoscimento della extraterritorialità, dell’attribuzione di sgravi e benefici fiscali quale riconoscimento dello stato di dissesto economico e di disastro ambientale causato, quanto meno con l’avvallo dello Stato, nel territorio sardo) e nel medio e lungo termine definire l’autodeterminazione del nostro popolo che potrà scegliere il proprio futuro fra diverse soluzioni sui possibili assetti istituzionali che la Sardegna avrà. Un forte abbraccio a tutti!