Marco Carta. Santo, subito

Per l’effimero globalizzante. Po su effimeru globalizzanti

 

L’altro giorno ho appreso dalla stampa che il programma "Amici " di Maria De Filippi ha fatto una tappa a Cagliari per celebrare il vincitore della settima edizione della trasmissione: Marco Carta.

Il giovane parrucchiere di Pirri è diventato di colpo una star.

Fra un mese uscirà il suo primo disco. Molti lo stanno già richiedendo…

Per poterlo vedere migliaia di persone si sono accampate fin dalla mattina nella piazza dei centomila, affrontando con storico sacrificio e abnegazione le tante difficoltà.

Io non ho visto lo spettacolo. Ma non me ne sono pentito.

Infatti, assieme a degli amici della Federazione Stampa Periodica Informazione Sardegna e agli Amici di Sardegna, stavamo organizzando un dibattito pubblico per la Festa della Sardegna da tenersi in Piazza San Saturno a Cagliari.

Per la verità mentre la nostra iniziativa ha richiamato una ventina di persone circa, loro erano oltre 50.000. C’è chi dice persino 80.000!

Chissà perché loro hanno avuto una maggiore audience.

Ma analizziamo i fatti.

Il nostro insuccesso dipende da molteplici fattori fra cui:

  • 1) La scarsa informazione. Infatti tutti i media locali, sebbene ritualmente informati non hanno passato la notizia, fatta eccezione per "Sardegna Oggi" e qualche altra testata.
  • 2) La festa della Sardegna non attira i sardi, semmai qualche turista
  • 3) I sardi non sono particolarmente interessati al loro futuro. Costa troppa fatica e poi c’è sempre qualcuno che alla fin fine ci pensa.
  • 4) E più gratificante assistere ad uno spettacolo di Marco Carta che conoscere i propri limiti e prenderne atto.
  • 5) Nell’immagianario collettivo, grazie al significativo ed ingombrante supporto mediatico con Marco c’era una Sardegna vincente, condivisa. Quasi un territorio e un popolo tipo "Denim" che non deve chiedere mai…

Ecco dunque la sardità del III millennio, ripulita dai suoi orpelli ideologici e retaggi storici, vibrata nell’etere viruale, populista e indifferenziato, forte dell’aurea di consenso che aleggiava sui presenti alienati da una chermesse di luci e colori ben orchestrata da una mefitica, subliminale regia.

Certo che la vita è strana a volte. Proprio in quella scalinata il Presidente in pectore Silvio Berlusconi, lanciava le sue filippiche imbonitrici rivolgendosi al "Demonio" Soru, reo di non possedere la verve e la "potenza comunicativa" del Cavaliere e di aver commesso l’estremo affronto al popolo sardo con l’arrivo di un po’ di "Monnezza campana".

E lui non ha forse commesso un vero reato scippando il "glorisoso" popolo sardo di migliaia di voti attraverso l’elezione di persone lontane dal nostro mondo?

Fra i primi Luca Barbareschi che ringrazia sentitamente.

Dunque, anche nel III  millennio la Sardegna è terra di conquista.

Chissà se Marco Carta sarà candidato alla Presidenza della Regione. Visti i buoni rapporti con mediaset c’è da credere che il PDL riuscirà a strapparlo al PD.

Non me ne voglia l’inossidabile Mauro Pili. Ma c’è già qualcuno che vocifera "Lo vogliamo Santo, subito!"

Una cosa è certa però. Betile a parte bisognerà allargare lo stadio di Sant’ Elia per dar modo si suoi fans – scusate elettori – di poterlo vedere.

Sarò curioso di notare cosa diranno tante persone, quando a settembre Marco accompagnerà, forse, il Santo Padre nella piazza dei centomila.

Mi sembra di sentire già le domande di qualcuno che immerso nella calca, fra berrettini di Marco e ex voto, lattine di Coca, ceri e panini con wurstel e cipolla, chiederà: "Scusa, ma chi è quella persona anziana, vestita di bianco che parla con accento tedesco, a fianco di Marco Carta?".

 

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