Perchè scelgo l’Arcobaleno

Da anni assistiamo impotenti alla spasmodica corsa verso il grande centro.

La destra delle libertà, mediatica, padronale e al tempo populista, diventa centrista, attratta dall’area dei "popolari europei", la sinistra quella dei democratici veltroniani, attratta da un duopolio partitico fa’ altrettanto e l’idea di centro, peraltro affatto ostile al Vaticano, pervade una buona parte degli italiani e degli schieramenti di cui sopra, nella convinzione che la partita, alla fin fine, venga fatta dalla somma dei voti che provengono dal variegato quanto fluttuante, centro. Come a voler ricercare un "male minore" che non affatichi troppo la mente e le coscienze, in grado di traghettare gli italiani, oltre la crisi del momento, ovvero: 

la perdita di potere di acquisto della moneta e il contestuale aumento dei prezzi, l’incapacità dello Stato di dialogare con i cittadini, accoglierne le istanze più pressanti, l’incapacità di generare positive aspettative, garantire la certezza del diritto, arginare fenomeni delinquenziali di varia natura e gli sbarchi di clandestini.

 

Ecco che davanti a questo generale fenomeno di omologazione e livellamento si rafforzano e si consolidano dei definiti spazi politici, chiari e netti che a destra prende il nome "La Destra" di Santanchè e Storace e a sinistra si chiama "la Sinistra-l’Arcobaleno" di Bertinotti, Pecoraro, Mussi, Diliberto.

 

Forse un tempo questi partiti si potevano anche chiamare estremi.

Con i tempi che corrono, sono o dovrebbero diventare "la norma" per gli italiani.

 

Del resto questo stato di cose appare quindi sotto gli occhi di tutti, ma non tutti per la verità hanno voglia di comprendere l’attuale momento politico che stiamo attraversando.

E’ venuto il momento di assumere delle scelte chiare e definite, fra tre aree ben definite: Destra, Centro, Sinistra. In altre parole fra coloro che vogliono le Servitù militari, una padronanza e sicurezza etnica, la piena valorizzazione del capitale e del padronato, sul fattore lavoro e sulle sue prerogative.

Fra coloro che vogliono uno Stato più confessionale, che salvaguardi la famiglia "tipo", "mulino bianco, che privi o limiti fortemente la donna di  decidere autonomamente in merito al suo possibile futuro di madre e che snaturi lo spirito della legge 194 e, infine,  fra coloro che vogliono una vita migliore per tutti e che ripongono i loro valori, nella legalità, pace, nella riconversione produttiva, rispetto delle diversità e salvaguardia dell’ambiente, cercando di viverli tutti i giorni nel quotidiano.

La sinistra non deve essere più di centro, figlia delle "convergenze parallele" di democristiana memoria. Del resto i limiti del Governo Prodi e della sua variegata e antinomica coalizione si ripropongono in piccolo, ma pur sempre nella loro drammatica attualità, anche dentro il "nuovo PD allargato a cristiano sociali e radicali".

L’arcobaleno è una credibile proposta che deve essere accolta da tutti coloro che scelgono di non farsi vivere da "Porta a Porta", da "L’Isola dei Famosi", che non si limitano a leggere i "soliti Quotidiani" e che non hanno paura di credere che un futuro migliore sia possibile per tutti.

Personalmente, senza voler offendere nessuno, non ho mai militato nel partito comunista e questo per una sorta di rifiuto di riferimenti centralisti ed autoritari. Ma la sinistra non può identificarsi solo per questo.

Gli stessi simboli della falce ed il martello sono stati superati, metabolizzati nella parte positiva del "significante" che esprime.

 

Oggi è iniziato un nuovo processo di coesione che darà importanti risultati anche nel breve periodo.

Peraltro lo "Stato sociale" deve esistere; non può delegare compiti istituzionali a operatori esterni. Le statistiche e le indagine svolte , a questo proposito, ci dicono che da quando certi servizi pubblici sono stati privatizzati e affidati a organizzazioni esterne alla pubblica amministrazione, i costi non sono affatto diminuiti e la qualità dei servizi non è sempre migliorata, anzi…

 

Dobbiamo riportare la nostra giovane repubblica ad una maggiore attenzione sui temi del lavoro e del crescente precariato, dell’uso responsabile delle risorse, dell’abbandono dei privilegi e delle solite storiche rendite di posizione, della salvaguardia dell’ambiente umano e naturale, della parità sostanziale di genere, della multiculturalità, della salvaguardia delle nostre specificità regionali e riportare il nostro, nonostante tutto, bellissimo Paese ad una dimensione più vicina ai nostri reali bisogni e migliori aspettative di vita percepita e vissuta.

Roberto Copparoni

 

 

 

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